Tutto per un autobus perso. Saranno le immagini in bianco e nero della videosorveglianza del bus, che enfatizzano braccia e mani che si muovono, corpi accalcati nell'autobus stracolmo, il viso invasato di uno degli arrestati che rotea minaccioso una bottiglia di vetro davanti al conducente di un autobus per non farlo ripartire.
Ma forse mai come da questa operazione dell'Ufficio prevenzione generale soccorso pubblico (Upgs) della questura di Milano si comprende da un lato quanto possa essere grama la vita di un dipendente Atm che lavora di notte sopra e per i mezzi pubblici, e dall'altro l'impegno per molti versi durissimo e comunque ammirevole, della Polmetro e di chi, sempre in Atm, ricopre un ruolo legato alla security. A gennaio, visto che l'unione fa la forza, la squadra dell'Azienda trasporti e quella di 38 uomini della polizia metropolitana avevano messo alle corde un «branco» di una quarantina di ragazzi che danneggiavano vagoni e banchine sulla linea verde della metropolitana, interrompendo più volte il servizio. L'altro ieri, dopo aver analizzato in maniera certosina immagini estrapolate dalle telecamere di Atm e da quelle di piazzale Cadorna, hanno arrestato anche due italiani responsabili dell'aggressione a due dipendenti Atm intervenuti in piazzale Cadorna la notte del 13 maggio perché un bus sostitutivo della linea 2 del metrò si era dovuto fermare a causa di tre balordi inferociti.
A finire in manette due pluripregiudicati, Lorenzo Pierre Lablache, di 23 anni e il 25enne Leon Wisem Mohamed Touil, entrambi residenti in zona Bonola. Ora dovranno rispondere di lesioni gravi in concorso, violenza e minaccia, interruzione di pubblico servizio. Gli stessi reati imputati a un loro giovane complice, un 16enne che verrà quindi giudicato dal tribunale dei minori.
Per come ci è stata raccontata da Maria José Falcicchia, dirigente dell'Upgs che coordina anche la Polmetro, nel «mondo parallelo alla strada» che sono i mezzi pubblici, è stata davvero una mezz'ora di fuoco quella che il 13 maggio, dalle 3.15 alle 3.45, i tre malviventi hanno fatto passare a due dipendenti Atm. Per aver tentato senza successo di salire sul bus affollatissimo della linea sostitutiva della metro in Porta Genova. E non lo testimoniano solo le immagini impressionanti della videosorveglianza, ma anche le prognosi di 40 e 90 giorni dei due feriti. «Che avranno entrambi prevedibili postumi permanenti» sottolinea Falcicchia.
Quella notte il conducente del bus si accorge infatti dell'atteggiamento rissoso dei tre e appena può, proprio per questa loro esuberanza, chiude le porte lasciandoli fuori e riparte, non prima però di aver azionato il pulsante di soccorso che attiva l'intervento della security di Atm. Il poveretto però è costretto però a bloccare in due occasioni la corsa perché per alcuni secondi i balordi, che tentano per qualche attimo di inseguirlo a piedi, si piazzano davanti al bus minacciando di lanciare una bottiglia di vetro contro il parabrezza e danneggiando come possono il mezzo. Poco dopo Lablanche e Touil salgono sull'autobus successivo, ma una volta raggiunto piazzale Cadorna, alla vista del mezzo appena preso a calci e dei due controllori mandati dalla centrale operativa, ancora imbestialiti per l'autobus perso, non esitano a picchiarli selvaggiamente. Quindi scompaiono.
Ed è lì che inizia il lavoro investigativo della Polmetro.
Atm assicura che, grazie alla loro security e alla collaborazione con l'Upgs, rispetto al periodo gennaio-maggio 2015 i reati sui mezzi pubblici sono diminuiti del 50%. E visto anche l'impegno della Polmetro c'è da crederci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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