Nessun voto flash sull'intitolazione di una via a Bettino Craxi. Forza Italia ha già depositato una mozione in consiglio comunale, ma non chiederà che messa all'ordine del giorno già domani, «è in corso un dibattito interno tra i vari gruppi consiliari ed è giusto che ci si prenda il tempo necessario, senza forzature - ha fatto sapere il capogruppo Gianluca Comazzi, primo firmatario -. Si è innescato a Milano un confronto costruttivo sul ruolo storico e politico» dell'ex leader del Psi, morto ad Hammamet il 19 gennaio di diciassette anni fa. Nel giorno dell'anniversario dalla scomparsa il sindaco Beppe Sala si è detto «favorevole ad aprire un dibattito» sull'intitolazione di una piazza o una strada a Craxi, una battaglia già tentata dal centrodestra durante le giunte di Gabriele Albertini e Letizia Moratti. Ora esponenti come il consigliere socialista della lista Sala Franco D'Alfonso si sono già detti a favore e il Pd è spaccato. Fi preferisce non forzare i tempi e provare a costruire un ampio consenso sulla proposta. «Il primo risultato - sottolinea il capogruppo - lo abbiamo già raggiunto. La nostra mozione per intestargli un luogo importante della città è depositata ma la discuteremo soltanto quando saremo certi che ci sarà un'ampia convergenza in aula. Per noi conta il risultato finale, non dobbiamo avere fretta». Una linea ribadita dalla coordinatrice regionale azzurra Mariastella Gelmini, che a Palazzo Marino siede sui banchi dell'opposizione: «Craxi è stato per il Paese un politico di razza e uno statista che ha saputo guidare l'Italia con la fermezza e la lungimiranza che molti gli riconoscono, ha diritto di essere ricordato nella sua città, ben oltre la dedica di una via o di una piazza. Ho firmato convintamente la mozione per una richiesta in tal senso, ma oggi non solo per le molte incombenze amministrative che attraversano il Consiglio, ma soprattutto per favorire un dibattito sereno e proficuo sul tema, credo sia meglio prenderci un pò di tempo prima di deliberare». Sono altre, ha sostenuto la Gelmini, «le forze politiche che hanno paura di affrontare la storia di Craxi nel timore di dover riconoscere i propri limiti ed errori. Compito delle forze schiettamente liberali è di favorire una riflessione seria sul suo operato, al termine della quale sarebbe opportuno trovare un luogo simbolo della Milano che non dimentica le sue radici, che, col suo nome, tenesse vivo il confronto civile e riformatore. Milano è la città che sa accettare le diversità, nel rispetto della verità storica». Nei giorni scorsi è spuntato anche un «piano b», l'iscrizione del nome di Craxi - che è stato il primo milanese a diventare presidente del Consiglio - al Famedio tra i Grandi.
«L'apertura di Sala alla discussione - è intervenuta ieri Stefania Craxi, presidente della fondazione intitolata al padre-, pur prudente, è apprezzabile e significativa. Spero che la discussione possa proseguire con serenità, calma, senza fughe in avanti ed essere sottratta alla logica del tifo». Il dibattito che si è innescato «ha il merito di squarciare il velo dell'ipocrisia e di avviare una seria e compiuta riflessione storica e politica sulla figura del leader socialista che ristabilisca la verità dei fatti. La proposta di intitolare una strada o una piazza ad un uomo che diede lustro e vitalità a Milano non può nè stupire nè creare polemiche».
E invece l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno dice un secco no: «Il fatto che Craxi si sia reso latitante impedisce un riconoscimento di carattere istituzionale». Gherardo Colombo, l'ex pm del pool Mani Pulite che condusse le indagini, ha schivato la domanda: «Non è tema di oggi, forse domani chi lo sa».
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