Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ieri in visita a di san Vittore non è più riuscito a trattenere la commozione quando uscendo dal testo ufficiale ha ricordato la condizione delle donne detenute insieme ai loro piccoli figli. Solo un aspetto del suo grido di dolore lanciato al termine del suo mandato per la condizione delle carceri italiane definite una «situazione insostenibile» che «mette in gioco l'onore dell'Italia». E questo per la «perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'artico 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di umanità». Lo specchio dei numeri confermati dalla direttrice Gloria Manzelli che racconta di 1.600 detenuti, di cui 140 donne, a fronte di una capienza di appena 900 posti, con un 63 per cento di extracomunitari.
Nel pomeriggio la prolusione «L'Italia e la politica internazionale» per celebrare gli 80 anni dell'Ispi. Dove Napolitano ha affermato come sia «indispensabile la concertazione di una nuova regolazione finanziaria globale».
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