La zona 1 fa appello a griffe o privati per restaurare Palazzo della Ragione in piazza Mercanti. Il modello? Prada in Galleria. Non molti altri perché nonostante i gioielli di famiglia in stato di degrado e abbandono siano tanti e le casse comunali siano vuote, sembra che nessuno a Palazzo si sia preso la briga di trovare soluzioni alternative. Bene, questa volta però le cose si sono già mosse. Il progetto per la manutenzione e l'adeguamento dell'edificio voluto dal podestà Oldrado da Tresseno nel 1233 come broletto, piazza per le assemblee cittadine e l'amministrazione della giustizia, c'è e giace da settembre sulla scrivania dell'assessore alla Cultura. È firmato dall'ingegnere e architetto Marco Dezzi Bardeschi, ordinario di Restauro architettonico al Politecnico, che curò il primo intervento negli anni Ottanta.
È stato il Sovrintendente per i Beni architettonici e del paesaggio Alberto Artioli a sollecitare un nuovo progetto: l'edificio non è accessibile ai disabili e il grande salone sopra la Loggia dei Mercanti è sottoutilizzato, le mostre sono poco visitate. Così il palazzo costituisce solo «un costo» per le casse esangui dell'amministrazione. Lo splendido salone potrebbe, invece, essere affittato per eventi, portare reddito, e valorizzato per organizzare mostre di richiamo, il ragionamento. «Il problema di Palazzo della Ragione - spiega Alberto Artioli -, un palazzo stupendo, è che l'ingresso è negletto, quasi nascosto, e poco pubblicizzato. I milanesi lo ignorano e i turisti non ne conoscono l'esistenza. Inoltre non è accessibile ai disabili. Serve, per legge, un ascensore. Secondo me bisognerebbe invertire la disposizione: sistemare l'ingresso in via dei Mercanti, in modo che sia visibile a tutti, milanesi e turisti, da valorizzare con una reception adeguata. Costruire l'ascensore per disabili al posto della scala di sicurezza, e riprogettare la scala, dove ora si trova l'ingresso. È tutto da studiare ma è urgente una valorizzazione dell'edificio, e la messa a norma».
«L'edificio non necessita di grandi interventi ma semplicemente della manutenzione ordinaria, anzi, bisogna cercare di lasciare il più possibile intatto l'edificio, l'unico monumento-documento che rappresenta l'intera storia della collettività. Ho già segnalato che è fondamentale utilizzare il salone: la scala di sicurezza venne realizzata nel 2000 per garantirne l'utilizzo quotidiano, ma non è andata così. Ho scritto più volte all'amministrazione - continua Dezzi Bardeschi - per sollecitare la manutenzione dell'edificio, che è della massima urgenza». Poi la sollecitazione del sovrintendente. «Due gli interventi da realizzare - spiega l'architetto-: la revisione degli impianti, che risalgono agli anni Ottanta, e la costruzione dell'ascensore. Infine, bisognerebbe ripetere il monitoraggio degli intonaci per controllarne lo stato di conservazione».
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