Pietà, quando la giunta votò il «tour»

Del Corno definisce «assurda» l'idea approvata un anno fa dai colleghi. Pisapia voleva portarla pure in tribunale

Bastano diciannove mesi per definire lo stesso progetto voluto e votato dalla giunta Pisapia un'«idea assurda». Quasi balzana. Non ci fosse stata il 18 gennaio 2013 una delibera votata dal sindaco Giuliano Pisapia e da tutti i suoi assessori. Sulla poltrona della Cultura c'era ancora Stefano Boeri, regista del trasloco-show della Pietà Rondanini dal Castello Sforzesco - dove sarebbero iniziati di lì a poco i lavori per il futuro museo dedicato all'opera di Michelangelo nelle sale dell'ex ospedale spagnolo - prima al carcere di San Vittore e da novembre alle feste di Natale 2013 in Duomo. Perchè, finalmente, non 350mila visitatori all'anno (i pochi che oggi ammirano la scultura) ma qualche milione forse la ammirasse in pochi mesi. Il progetto fu stroncato un paio di mesi dopo la famosa delibera da Filippo Del Corno nella prima uscita ufficiale da assessore alla Cultura dopo il licenziamento in tronco di Boeri. «Niente traslochi temporanei» disse allora Del Corno. Oppose solo questioni di spending review. Al Giornale che giorni fa ha rilanciato l'ipotesi di un trasferimento a tempo della Pietà almeno nella cattedrale, almeno fino all'apertura del museo, o durante Expo, ha replicato invece in tono molto più secco: «É un'idea assurda», si tratta di «un patrimonio civico e deve essere esposto in una sede civica». Per la sostenibilità economica, forse il Comune non avrebbe avuto difficoltà a reperire fondi da uno sponsor. Persino l'assessore al Turismo Franco D'Alfonso, ai tempi, paragonò il tour della Pietà dal Castello a San Vittore, dal carcere al Duomo e ritorno al Castello, all'arrivo del sottomarino Toti in città: lo spettacolare trasporto su ruote del sommergibile nel 2010 fu seguito in strada da centinaia di persone. Oltre che da tv italiane e straniere, giornali. Anche il trasloco della Pietà, sosteneva D'Alfonso, sarebbe stato uno show. Quell'idea «assurda», come la chiama Del Corno, in principio era ancora più folle. Già, perchè il sindaco Pisapia immaginava una passeggiata della Pietà pure a Palazzo di Giustizia. «Anche nelle sue collocazioni temporanee - spiegava - l'opera sarà esaltata nel suo valore simbolico».

Niente da fare. Aspettando il museo, bisogna augurarsi che il furto di tre opere del '400 sabato al Castello, in orario di visite, resti un caso isolato. Il Comune ha tenuto a precisare che lo Sforzesco è controllato da 270 telecamere. Non è un dato che tranquillizza, anzi. L'opposizione attacca: «Il sindaco riferiscano in aula su quanto accaduto - chiede Riccardo De Corato (Fdi) - e perché tra la scoperta del furto e la segnalazione alle forze dell'ordine siano passate almeno 5 ore». Forse molte di più.

Il Comune ha avviato un' indagine interna per verificare l'esatta dinamica dei fatti e «individuare responsabilità ad ogni livello in relazione agli effettivi tempi e modalità della segnalazione sia alle Forze dell'Ordine sia agli organi interni dell'Amministrazione».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica