Pisapia «batte» Salvini Le miss preferenze sono Tinagli e Sardone

Un flop per Molteni, Maullu e Santanchè Mille voti al nord per Tatarella, in carcere

Chiara Campo

L'ex sindaco Giuliano Pisapia batte (a sorpresa) Matteo Salvini a Milano. Il capolista del Pd incassa oltre 70mila preferenze contro le 57mila circa del leader della Lega, tredicimila in più. In tutta a circoscrizione nord-ovest che tiene insieme Lombardia, Piemonte e Liguria non c'è confronto, Salvini vola quasi a quota 700mila e l'avvocato si ferma a 266mila. Tra le donne la più votata in assoluto sia al nord (105.mila preferenze) che nel capoluogo (28mila) è la deputata dem Irene Tinagli, sponsorizzata da Carlo Calenda e Matteo Renzi, ma la regina delle preferenze nel centrodestra si conferma Silvia Sardone, che era stata «recordwoman» alle Regionali 2018 con Forza Italia e, questa volta in lista con la Lega, ne porta a casa 11.880 solo a Milano e quasi 45mila totali. Lascerà il consiglio regionale ma farà la spola tra Strasburgo e il consiglio comunale. Addio alla giunta Sala entro un mese invece per l'assessore Pd al Welfare Pierfrancesco Majorino che solo a Milano riesce a incassare 39.564 voti e in tutta la circoscrizione del nord-ovest oltre 92mila. Tr i leghisti farà il bis il deputato Ue Angelo Ciocca (4.380 voti solo a Milano) e passa la vicesindaco di Busto Arsizio Isabella Tovaglieri mentre restano fuori la consigliera comunale del Carroccio Laura Molteni (2.265 schede in città) e il consigliere di Municipio 3 Pietro Marrapodi. Il leader di Forza Italia al nord guadagna 186mila preferenze personali, 24mila in città. Dopo di lui l'azzurro più votato in città (e nella circoscrizione) è Massimiliano Salini, già deputato Ue, mentre Lara Comi, prima dei non eletti con 4.965 voti in città e circa 32mila generali, per ora rimane sulla porta: potrà tornare in Europa se Berlusconi opterà per un altro collegio. A sorpresa incassa 465 voti a Milano (quasi mille al nord) il forzista Pietro Tatarella, in carcere con le accuse di associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito ai partiti. La portavoce dei Pensionati Elisabetta Fatuzzo in lista con Fi prende in città solo 203 preferenze, 240 Benedetta Cosmi e 148 Amir Atrous, il giovane candidato italo-tunisino. Passando a Fdi, opterà per il collegio del centro la leder Giorgia Meloni (10.053 voti a Milano) aprendo la strada per Bruxelles a Carlo Fidanza (1.920 voti in città, quasi 11mila al nord). Flop per Stefano Maullu (1.632), Francesco Alberoni (1.044), Daniela Santanchè che in città è solo sesta (631 preferenze, circa 7.800 in tutto). I grillini avevano contestato la capolista «paracadutata» da Di Maio, Mria Angela Danzì, e la più votata in città risulta Eleonora Evi, già deputata Ue, e considerando tutta la circoscrizione Danzì viene superata anche da Tiziana Beghin. Rimane fuori. Non ce la fanno l'ex consiglieri regionali M5S Eugenio Casalino e Paola Macchi. Nessun seggio a +Europa (in città il capolista Benedetto della Vedova incassa 3.036 voti) e Europa Verdi. L'assessore del Municipio 1 Elena Grandi, capolista, prende 1.542 preferenze a Milano e 6.026 al nord, ma il più votato nella circoscrizione è Pippo Civati che pure si era ritirato per protesta dalla corsa.

Da segnalare, in risposta a chi denunciava l'avanzata dell'«onda nera», che Casapound si ferma in città allo 0,19% e Forza Nuova allo 0,09, con il capolista e leader della formazione di destra Roberto Fiore che a Milano recupera 108 schede personali. Il Partito Comunista si ferma allo 0,58% (e Marco Rizzo a 523 voti), La Sinistra al 2,12% (747 schede per Paolo Ferrero).

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