Capita quando le campagne elettorali sono fatte più contro qualcuno che sui capitoli di un programma. Quando i venti nuovi dellantipolitica finiscono più con lo spazzar via quello che cè che a costruire qualcosa di veramente nuovo. Perché gli arcobaleni colorati son perfetti per far festa e promettere sogni nuovi, ma poi la realtà rischia di avere ben altri toni. Con il sindaco Giuliano Pisapia che dopo appena nove mesi scopre di avere già contro una bella quota dei suoi grandi elettori. A cominciare dai sindacati (Cgil, Cisl e pure Uil) che ieri gli hanno organizzato un bello sciopero con i lavoratori della Sea. E continuando con quel mondo «antagonista» fatto di centri sociali occupati, No-Tav o loro fiancheggiatori che non si può negare siano stato il vero detonatore dellesplosione del fenomeno Pisapia. Che ora non nasconde di voler offrire alla sinistra più a sinistra del Pd la propria griffe per ripetere limpresa, dando la scalata con le stesse alchimie ad altre città. Cominciando da Genova dove il candidato Marco Doria vuol strafare proponendo in lista anche un immigrato irregolare. Che per legge non ha nemmeno diritto di voto. Roba che nemmeno al duo Pisapia-Limonta era frullata in mente, segno di come a imboccare certe strade ci sia sempre bisogno di fare un passo più in là.
Passo che il «popolo arancione» ora vuol fare dando la scalata alla Regione, magari con lassessore al Bilancio Bruno Tabacci che si guarda bene dallo smentire lipotesi di un suo trasloco ben prima della fine del mandato Pisapia. Bersagliati in questi giorni, lo stesso Pisapia e Tabacci, da un altro architrave della campagna elettorale. Quella Repubblica dove sabato si è letto lattacco più violento a firma del prestigioso economista ed editorialista Alessandro Penati. Il quale, per la verità, conduce una interessantissimo e cruenta critica alla gestione Pisapia senza mai nominarlo e addossando tutte le colpe al «Comune». Ma sulle sue parole è difficile equivocare. «A Milano - si legge nelle prime righe - le giunte cambiano; ma nella gestione del patrimonio comunale, lincompetenza è sempre la stessa». Una lapide ben argomentata sulle operazioni Sea, Serravalle, Edison e A2A. «Ora il Comune - aggiunge Penati - vorrebbe collocare in Borsa una quota di minoranza della Sea. Di male in peggio».
E così agli economisti si saldano i sindacati. E Pisapia è riuscito nellincredibile impresa di mettere daccordo Cgil, Cisl e Uil. Tutti compatti, e non si vedeva da tempo, nel bloccare Linate e Malpensa contro la «svendita» e i rapporti con il fondo F2i di Vito Gamberale. Il risultato sono 500 lavoratori in corteo e 60 voli cancellati. Ma a far crescere il numero dei delusi si aggiungo anche i «dipietristi». Con il capogruppo dellIdv Raffaele Grassi che promette barricate. Sul fronte «antagonisti», lunedì il presidio in piazza Scala contro lo sfratto dellambulatorio popolare di via dei Transiti. E ieri lirruzione dei No-Tav che hanno scambiato la sala Alessi per le cesate del cantiere in Val di Susa tentando di impedire un incontro con il procuratore Giancarlo Caselli. Un «atto squadrista», ha denunciato il responsabile Sicurezza del Pd Emanuele Fiano.
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