Aler, si cambia. Le case popolari di proprietà del Comune da dicembre passeranno sotto la gestione di Metropolitana Milanese e la scelta fa infuriare la Regione. A dare il via libera all'ipotesi che circola da giorni ieri mattina il vertice con i partiti del centrosinistra e la riunione di giunta. «La nostra sfida è creare un modello di gestione diversa che parta dal territorio e coinvolga la cittadinanza. Questa è un'assunzione di responsabilità da parte del Comune, ci mettiamo la faccia». Parola del sindaco Giuliano Pisapia, che rincara la dose: «La situazione in cui versano le case popolari non è degna di un paese civile, e noi vogliamo dare una svolta». Nessuna preoccupazione di tipo elettorale, per dover gestire questa delicata fase di transizione a un anno delle amministrative: «Non penso alle elezioni ma a finire il mio mandato in maniera positiva per i cittadini». «Oggi è stata presa la decisione politica, condivisa all'unanimità della giunta» spiega, la delibera con le linee di indirizzo dovrebbe arrivare al più tardi tra due settimane, dopodiché ci sarà il passaggio in consiglio. «In questi anni è mancato un rapporto di collaborazione con la Regione» attacca il segretario milanese del Pd, Pietro Bussolati. Sulla stessa linea il segretario di Sel, Anita Pirovano: «Finora la gestione da parte di Aler è stata inadeguata».
Il 30 novembre dunque scadrà la convenzione con Aler, da 11 milioni di euro, per la gestione del patrimonio edilizio: da quel momento toccherà a Mm gestire in via sperimentale i 28791 appartamenti (cui si aggiungono 8732 posti auto e box e 1226 laboratori o negozi) distribuiti in 1097 edifici dislocati in 245 vie, con predominanza in alcuni quartieri come Quarto Oggiaro, Vercellese, via Solari, viale Lombardia, Niguarda, Barona, Palmanova e Rizzoli. Perché Mm? «Perché non vogliamo privatizzare la gestione - spiega Pisapia -, perché con una società municipalizzata avremo un'interlocuzione continua e perché Mm si occupa già di gestione ed è in grado di fare appalti veloci».
Alza la voce Regione Lombardia, che si è detta «stupita» del dietrofront di Palazzo Marino. Per la gestione delle case in edilizia convenzionata «noi siamo disponibili a ragionare su un nuovo piano che coinvolga tutta la città metropolitana, non solo Milano - polemizza il governatore Roberto Maroni -. Noi abbiamo suscitato una nuova valutazione proprio mandando la disdetta di una convenzione con il Comune che non aveva più senso con l'arrivo della città metropolitana». «L' atteggiamento del Comune è quanto meno discutibile e una scortesia istituzionale, della quale prendo atto con stupore - commenta Paola Bulbarelli, assessore regionale alla Casa -. Il Comune dica chiaramente cosa vuole fare. L'Aler attraversa una fase delicatissima di definizione del piano di risanamento e questa situazione di incertezza influisce negativamente sugli equilibri finanziari e organizzativi del piano aziendale». Diversa la versione della giunta arancione: «Noi avevamo proposto alla Regione di costituire una società che gestisse insieme, in modo paritario il patrimonio edilizio - spiega Pisapia - e la Regione aveva dato il suo entusiastico sì, ma dopo una settimana il consenso è venuto meno e ci è arrivata la disdetta di Aler. La disdetta è disdetta ed è stata improvvisa» continua secco. «Non avevamo alternative».
Tra le novità del «pacchetto Mm»: il ritorno dei portierati in tutti i caseggiati, che avranno una funzione di presidio e controllo del territorio (si parla di un centinaio di portieri residenti) e l'apertura di sportelli dedicati in tutte le nove zone per «avvicinare gli inquilini al gestore e mettere fine a un modello troppo centralizzato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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