Chiara CampoÀ la guerre comme à la guerre. Nessuno sconto per il sindaco Giuliano Pisapia, che ha provato a sfidare la legge riproponendo in aula una delibera già bocciata una settimana prima (dal centrodestra e 5 esponenti della maggioranza) e ha ricevuta una dura lezione, ma inevitabile. Bloccato in aula 31 ore di fila. La seduta convocata a oltranza giovedì alle 17 è proseguita per tutta la giornata di ieri. A mezzanotte scadeva il tempo per siglare l'accordo di programma tra Comune e Fs per riqualificare gli ex scali ferroviari, un progetto stravolto rispetto a quello messo in cantiere dalle giunte precedenti secondo i contestatori. Ma oltre al merito, l'opposizione - e anche il presidente del Consiglio Basilio Rizzo, pasdaran della sinistra - si sono intestarditi sul «metodo Pisapia». La giunta «non solo ha sfidato il consiglio ma lo ha annientato» aveva accusato Rizzo il giorno prima. E ieri nella lunga maratona d'aula sia i consiglieri che la segreteria generale gli hanno consigliato di non sfidarlo due volte: in giornata la giunta ha chiesto un parere sulla scadenza effettiva dell'accordo, se facesse testo il giorno di apertura della seduta o la mezzanotte del venerdì. E i tecnici hanno avvertito: Alle 24, hanno spiegato, l'atto ufficiale in vigore sarebbe stato quello già bocciato la settimana prima, proseguire oltre sarebbe stato un azzardo, passibile di ricorsi (già minacciati). E a tarda sera la versione prevalente, fallito anche l'ultimo appello informale, era di sciogliere la seduta subito dopo la chiusura dell'emendamento in corso di scissione a mezzanotte. La coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario alla Camera, ha già avvertito: «Di fronte alla forzatura politica e giuridica del sindaco è pronta una interrogazione parlamentare al Governo dei Deputati lombardi di Fi. Quanto accaduto a Milano ha ripercussioni nazionali che il governo non può ignorare».Per superare la prima notte in aula sono arrivati i thermos di caffè dell'assessore Carmela Rozza, una prima infornata di croissant alle 4 del mattino, cabaret di cannoli siciliani portati da militanti del Pd, ieri pomeriggio persino una scorta di una nota bibita energizzante. Ieri sera stata l'esponente Fi Licia Ronzulli a portare vino e rinforzi al centrodestra. . Tra chi ha ceduto sui banchi per il sonno (da Rosaria Iardino a Gabriele Ghezzi) e chi ha avuto problemi di stomaco (Mazzali), i più resistenti in aula dell'opposizione sono stati i capigruppo di Fi Pietro Tatarella e della Lega Alessandro Morelli. Presente tutta la notte (e ha firmato gli emendamenti del centrodestra) il 5 Stelle Mattia Calise. Il leghista Luca Lepore per perdere tempo ha proposto di spostare il dibattito sulla regolarizzazione del Leoncavallo, ma persino Sel ha dovuto votare contro. Rizzo si è anche esibito in nell'imitazione che fa Crozza del governatore della Campania Vincenzo De Luca.
Alle 10 di ieri mattina era stato discusso solo il primo emendamento, su oltre 500. L'ostruzionismo ha retto tutto il giorno, tra la proposta di un «modello in scala del Duomo» allo scalo San Cristoforo o un'area per feste di partito allo Scalo Romana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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