Pisapia spara a zero contro i sindacati: «Siete corporativi e non vi credo più»

«Vi credo sempre meno, io ho amato il sindacato ma avete difeso interessi corporativi. E anche a Milano...». Giuliano Pisapia non ha più molta voglia di «intrupparsi» nelle varie fazioni della sinistra - se mai ce l'ha avuta. Così, da un po' di tempo, quando parla da politico e non solo da sindaco, procede con questo insolito zig zag al di fuori degli schemi ideologici che vanno per la maggiore (anche se qualcuno continua a vederlo come un esponente della vendoliana Sel). E quindi ieri si è permesso di andare in tv, su Rai 3 - trasmissione «Ballarò» - e di sparare letteralmente a zero contro il sindacato, uno dei totem della sinistra da un secolo a questa parte. Uno sfogo in piena regola, ma non estemporaneo, piuttosto l'emergere di un rovello che da qualche tempo a questa parte lo tormenta: il sindacato è vecchio, corporativo, blocca ogni ipotesi di cambiamento, anche banale. Il senso del suo discorso è questo e il tema lo aveva già anticipato da ospite alla festa milanese del Pd. Stavolta ha aggiunto particolari eloquenti, come il caso dei sindacalisti che minacciano scioperi davanti alla proposta di spostare qualche addetto per ridurre le file in Comune, o che si oppongono all'idea di destinare alle scuole o ai musei della città i commessi ai piani («non troppo occupati» ora).

Questo ha raccontato (salvo dissociarsi da Matteo Renzi sull'articolo 18). Roba da tramortire i sindacalisti in poltrona davanti alla tv. Roba da far chiedere praticamente scusa alla sindacalista davanti alla telecamere, Carla Cantone della Cgil.

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