Pisapia, stangata bis E sulla vendita di Sea sceglie il referendum

Pisapia, stangata bis E sulla vendita di Sea sceglie il referendum

Volano anche minacce di dimissioni nel conclave by night riunito dal sindaco domenica sul Bilancio 2012. A sventolare la «lettera» è il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo. E sarebbe un pessimo segnale politico quando Giuliano Pisapia sta per festeggiare il 30 maggio il primo anno a Palazzo Marino. La maggioranza esce comunque con le ossa rotte dal confronto sul futuro di Sea e rischia uno strappo con la Cgil. Gli aeroporti sono il convitato di pietra alla riunione di due sere fa. Inizia alle 21 e fino alle 23.30 ci girano tutti intorno - presenti i capigruppo e segretari di Pd, Sel, Sinistra x Pisapia, radicali, Idv -, finalmente dopo due sollecitazioni dei Democratici l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci prende coraggio e intavola lo schema. Il Comune lancerà a ottobre un bando di gara internazionale mettendo sul mercato il 50,1% di Sea, l’obiettivo è di incassare almeno 700 milioni di euro. Non bastano le garanzie sulla golden share che «permetterà al Comune» di mantenere anche col 18,6% il «controllo sulle scelte strategiche». Rizzo esplode. Ricorda l’impegno votato dal consiglio a novembre di mantenere il 50% degli scali, le sue battaglie contro le privatizzazioni quand’era all’opposizione, gli avvisi di garanzia ai vertici di F2i sulla prima asta del Comune. Il suo capodelegazione Antonello Patta è più morbido, «se comprasse Cassa depositi e prestiti forse..». Qualcuno gli rammenta che Cdp fa parte del fondo F21. Il Pd - Carmela Rozza e Roberto Cornelli - ribatte a minaccia con minaccia. La lite finisce intorno all’una di notte, il sindaco prende tempo, Rizzo propone un referendum su Sea. Ieri mattina, gli assessori Tabacci e Cristina Tajani riferiscono la stessa linea ai segretari di Cgil, Cisl e Uil e si prendono una porta in faccia. «Si apre un problema politico, di rapporti tra Cgil e Comune - avverte Onorio Rosati -, questa maggioranza vuole solo informarci sulle scelte senza una volontà di confronto. Prima che Pisapia vincesse le elezioni l’86% di Sea era pubblico, in un anno ci troveremo con oltre l’80% in mano ai privati. É una scelta sbagliata e la golden share non tutelerà lavoratori e strategie. Probabile che scattino scioperi». Ieri sono già iniziati ritardi e disagi a Linate e Malpensa per un’agitazione spontanea.
Di male in peggio. Il sindaco convoca in tutta fretta una giunta straordinaria. Due ore intorno al tavolo. Tabacci chiede uno ad uno agli assessori l’impegno a tenere una posizione unitaria, garantisce il «sì» anche l’assessore Stefano Boeri che prova a intavolare la strada delle quotazione. Ma la Borsa viene scartata da Tabacci e il dg Davide Corritore, «rischiamo che ci arrivi la Corte dei conti, porteremmo a casa il 25% in meno», battuta infelice mentre è aperta l’inchiesta sulla prima asta. La seduta di venerdì voterà il Bilancio 2012, rispunta la stangata Irpef. La giunta si impegnerà alla vendita di Sea ma la modalità (Borsa o asta) è rinviata dopo lo scambio con la Provincia, fissato entro il 15 luglio. E per salvare la sinistra spunta il referendum, «faremo una grande consultazione popolare» anticipa il sindaco. Come? «Lo statuto ci offre tanti strumenti, dal referendum a udienza pubblica, assemblee nelle Zone». Rizzo farà «campagna per il no», poi «mi adeguerò alla scelta» ma «la consultazione non prevede domande a cui si può dire solo sì».


Il capogruppo Pdl Carlo Masseroli sintetizza: «É un segno di debolezza politica, la gente sceglie un sindaco perchè sia in grado di fare sintesi, se deve fare un referendum per ogni decisione importante lo faccia anche su Imu».

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