Pisapia ubbidisce alla sinistra: «Via Maltauro» Ma Sala frena

Il sindaco scarica la patata bollente sul commissario Expo Giuseppe Sala e sul prefetto, Paolo Francesco Tronca. Accerchiato dalla sinistra (il presidente dell'aula Basilio Rizzo, in primis) ieri ha voluto riferire alla stampa un suo «personale pensiero». É «necessario e non solo opportuno - sostiene Giuliano Pisapia - revocare gli appalti su Expo a Maltauro». La società al centro dell'inchiesta su «appaltopoli» ha vinto le opere per le Vie d'acqua - sempre più a rischio - e per l'area service (dai ristoranti ai servizi igienici) sul sito di Rho, lavori per 55 milioni da realizzare in consorzio con la cooperativa rossa Cefla. «Ora che abbiamo estirpato i rami malati, si può andare avanti» avevano detto il procuratore Edmondo Bruti Liberati e il governatore Roberto Maroni. Da giorni gli uffici legali valutano i rischi di una revoca. Il Gruppo (che conta 1.700 lavoratori) potrebbe appellarsi all'articolo 38 del codice dei contratti pubblici: con appalto in corso le società possono continuare a lavorare fino alla condanna definitiva. Il sindaco invece richiama il Protocollo della legalità siglato da società Expo e prefettura e sottoscritto da tutte le aziende, «si sono impegnate a denunciare all'autorità giudiziaria ogni illecita richiesta di denaro. Estirpate le mele marce, l'azienda rimane marcia».

Sala frena, condivide «i timori» ma avverte che «nessuna decisione può essere presa prima di aver compreso pienamente ogni aspetto tecnico e legale. Il caso è sul tavolo del governo». La via con meno impatto sui cantieri sarebbe l'esclusione di Maltauro dall'associazione temporanea di imprese.

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