Il vero e proprio boom, il risultato più sorprendente, Nichi Vendola lo raggiunge alla Casa della cultura di via Borgogna, dove è stato allestito l'unico seggio per non residenti di Milano. Molti lavoratori, moltissimi studenti fuori sede. Abbondano secondo tradizione i pugliesi, ma non è sufficiente a spiegare quel 33 per cento con cui è stato premiato il governatore barese. Secondo classificato. Il primo è Matteo Renzi (42%). Solo terzo, e ben distanziato, Pierluigi Bersani (22%).
È il risultato più appariscente dell'effetto Giuliano Pisapia, per definire così il risultato di Vendola, che a Milano si è piazzato decisamente meglio che a livello nazionale, con quattro punti percentuali in più (19,5% contro 15,6%). In città Bersani è al 41% contro il 33,5 di Renzi (sotto il dato nazionale di 3,9% e 2%).
Tutt'altro l'andamento nel resto della Lombardia, dove invece Vendola viaggia intorno 12 (-3,6 sul dato nazionale e -7,5 su quello milanese), con picco negativo a Mantova (9,7%). Bersani è al 44,1 e Renzi al 36,9 (-0,8% e +1,4 rispetto al dato di tutta Italia)). Numeri che lasciano intendere come il voto per le regionali sia diverso dal voto milanese.
A Milano la sinistra radicale è sempre stata forte. E la vittoria a sorpresa di Pisapia, candidato vicino a Sel e a Vendola, alle primarie e poi alle comunali del 2011 ha riportato al voto molti orfani della sinistra più a sinistra.
C'è poi da valutare l'effetto endorsement del sindaco, che sabato scorso aveva pubblicamente espresso la sua preferenza e il suo voto per Nichi Vendola, diffondendo ottimismo a piene mani sul piazzamento del suo candidato: «Spero che Vendola possa rappresentare al ballottaggio una posizione alternativa e originale». In realtà anche a Milano, epicentro dell'influenza di Pisapia, Vendola è rimasto ben lontano dalla possibilità di sfidare il segretario del Pd.
Ma anche se l'effetto Pisapia non vada al di là delle mura daziarie, la domanda rimane: a questo punto che cosa voterà Pisapia? Il sindaco ha già detto più di una volta frasi che lasciano presumere una distanza da Matteo Renzi. «La parola rottamazione non mi piace» ha dichiarato in numerose occasioni. L'ultima, appena una settimana prima delle primarie. E molti bersaniani sono convinti che Pisapia tifi per il segretario del Pd. Voteranno certamente Bersani i candidati alle primarie regionali Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano (che al primo turno ha votato Nichi Vendola). E anche l'ex rottamatore Giuseppe Civati ha preso posizione in favore del segretario del Pd. Lo spostamento verso Bersani varrà anche per gli elettori? Difficile dirlo.
Altro tema dibattuto a sinistra è la continua chiamata ai seggi degli elettori: tre volte in venti giorni. Domenica prossima, 2 dicembre, è previsto il ballottaggio e due settimane più avanti, il 15 dicembre, le primarie per il candidato presidente della Lombardia.
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