Non ha dormito tutta la notte, e ieri era lo stesso a Palazzo Marino con un gruppo di abitanti della Comasina «a denunciare la grave situazione del quartiere». «Quando mi hanno visto in aula mi hanno detto: Miii, ancora qua sei? Sì, sono ancora qua e ci resterò, perché le cariche di consigliere comunale e regionale non sono incompatibili. Sono stata il peggior incubo di Beppe Sala e continuerò ad esserlo».
Silvia Sardone, 35 anni, 11.312 preferenze cosa significa?
«Vuol dire tre cose: che sono la donna più votata in Lombardia; che a Milano ho raddoppiato le preferenze delle comunali; e che il rapporto diretto con i cittadini è decisivo, infatti più di cinquemila voti li ho presi tra la zona 2 e Sesto, nel territorio dove vivo».
Per i cronisti milanesi, le sue dichiarazioni sono un appuntamento costante che riempie le caselle di posta elettronica, come quelle leggendarie di Riccardo De Corato. È lei il De Corato del terzo millennio?
«Una volta un giornale mi definì De Corato in gonnella: è uno degli articoli più belli che mi siano stati dedicati».
Per legge le due cariche in Comune e in Regione sono compatibili, ma lei pensa davvero di poterle fare bene entrambe?
«Finora io timbravo il cartellino tutte le mattine, adesso invece potrò chiedere l'aspettativa. Quindi avrò più tempo, e non meno, da dedicare alla attività politica. E riuscirò anche a vedere qualche partita in più dei miei bambini».
È consapevole che nei suoi temi preferiti, come la sicurezza e l'immigrazione, le competenze della Regione sono più indirette, l'idea di trovarsi in un contesto più rarefatto della trincea di Palazzo Marino non la preoccupa?
«Quali che siano i poteri della Regione, io li userò nel modo migliore possibile», dice. Ma l'intervista sarebbe incompleta senza un'ultima domanda.
Vuole fare l'assessore?
«A me stanno sul gozzo quelli che a queste domande rispondono Io sono a disposizione, Se verrò chiamato
risponderò per spirito di servizio, eccetera. E siccome non amo parlare in politichese dico che per i voti che ho preso, per la gavetta che ho fatto e per le competenze che mi appartengono è logico che io faccia l'assessore».
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