Poesie e libri in dialetto La lingua lombarda si studia alle elementari

L'assessore Cappellini salva le tradizioni Bandi e progetti per «riscoprire le radici»

Maria Sorbi

Salvaguardare la lingua lombarda dall'estinzione e riaffermare le radici cristiane della Lombardia. Ci sono anche questi due obbiettivi nel progetto di legge che riordina la cultura in Lombardia e che verrà discusso oggi nell'aula del Consiglio regionale tra le polemiche dell'opposizione.

Il provvedimento (24 articoli riassunti in una decina di pagine) si prefigge di semplificare e unificare le normative che regolano le attività culturali, aggiornando un testo che stava ammuffendo dagli anni Settanta. E fin qui tutto liscio. Quello che non piace a gran parte della sinistra è la proposta in salsa leghista di mantenere viva la lingua lombarda che, a detta dell'Unesco, è destinata a sparire.

Nel giro di due o tre generazioni in Lombardia nessuno più saprà il dialetto. Da qui l'idea di promuovere la lingua lombarda e di portarla anche nelle scuole. «È vero che i nostri ragazzi devono imparare l'inglese - spiega l'assessore alle Culture Cristina Cappellini - ma è giusto che nel frattempo non scordino le loro radici. Vorremmo insegnare la lingua lombarda, con poesie, canzoni e narrativa, già ai bambini più piccoli, quelli che passano tanto tempo assieme ai nonni». La Regione aprirà bandi per gli artisti che si cimenteranno in creazioni dialettali e promuoverà lo studio del lombardo - in tutte le sue declinazioni - nelle università.

Altro punto fondamentale della legge è quello che riguarda la valorizzazione delle radici cristiane. Che non significa semplicemente incoraggiare a esporre il crocefisso nelle aule delle scuole. Ma che punta a mantenere viva la tradizione dei simboli cristiani e, spiega Cappellini, «a fare quello che l'Europa non è riuscita a fare e cioè riscoprire da dove arriviamo e promuovere una cultura fortemente identitaria». A Natale verrà promossa la mostra dei presepi e verrà ospitato, in piazza Lombardia, il presepe vivente di Argegno. «Non solo, con questa nuova legge - aggiunge l'assessore - vogliamo valorizzare i percorsi culturali fra i santuari della nostra regione e i pellegrinaggi cristiani».

All'inizio di ottobre in Consiglio verrà presentata anche una mozione per chiedere di riconoscere come genocidio la strage dei cristiani nel mondo e sarà organizzato un convegno, in programma il 29 ottobre, in collaborazione con i reporter de «Gli occhi della guerra», per raccontare la storia delle famiglie cristiane perseguitate in Siria e nei paesi a rischio. «Nella legge di riordino - conclude l'assessore Cappellini -, per la prima volta abbiamo inserito il valore delle radici cristiane dei territori lombardi.

Questo atto, soprattutto in un periodo storico difficile come ora, in cui i simboli identitari vengono spesso messi in discussione, offuscati o addirittura cancellati, vuole essere significativo per la custodia delle nostre radici storiche e spirituali».

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