Quattro uomini addosso, due le hanno tenuto ferme le braccia, un terzo le teneva la bocca tappata con la mano, mentre il quarto la violentava. È il drammatico racconto di un'adolescente, aggredita nella notte tra sabato e domenica in via Marina, ma che solo 24 ore dopo, su insistenza del fidanzato e della sorella si è decisa a recarsi in ospedale. Assistita inizialmente al Fatebenefratelli, la giovane è stata poi visita al Centro antiviolenza della Mangiagalli, dove però, forse anche per il tempo trascorso, non è stato possibile riscontrato tracce evidenti di stupro. I medici hanno nel frattempo avvisato la polizia che ha subito iniziato gli accertamenti.
La vittima, C. M., di 17 anni, abita in centro con genitori e una sorella più grande. Sabato sera era in un locale di Brera con gli amici. Poco prima di mezzanotte, un'animata telefonata con il fidanzatino, in questo periodo all'estero per ragioni di studio. I due litigano, la giovane si indispettisce e decide di andare a casa. Parte con un'amica e per strada una nuova conversazione con il ragazzo.
Poco dopo mezzanotte in piazza Cavour le due si separano e la ragazza, forse anche per smaltire l'agitazione, decide di fare un giro un po' più lungo per tornare a casa. Passa per via Palestro e sente alle sue spalle alcune persone che si avvicinano ridacchiando. Accelera, ma quando gira in via Marina il branco le è addosso. Uno le tappa la bocca, due la tengono stretta per le braccia, il quarto inizia a spogliarla. Lei grida e piange mentre il bruto, che più tardi descriverà giovane, con la barba incolta, forse nordafricano come i complici, le sfila i pantaloncini in jeans e la violenta. Quindi la fuga.
La ragazza si ricompone, sbuca in via del Senato, passa davanti alla questura in via Fatebefratelli e finalmente il piazza Sam Marco chiama un taxi e si fa portare a casa. Il giorno dopo non dice nulla in famiglia, ma più tardi si confida con fidanzatino. Lui le dice di andare dalla polizia ma lei è sopraffatta dalla vergogna. Le telefonata si infittiscono fino a quando, a sera inoltrata, il ragazzo chiama la sorella di 20 anni e la invita a portare la ragazza all'ospedale. Alle 3 le due ragazze si presentano al Fatebenefratelli, quindi il trasferimento alla Mangiagalli.
«Non è stato particolarmente brutale, anzi sembrava non volesse farmi male» racconterà poi. Anche per questo i medici non trovano tracce di un rapporto, men che meno violento. Gli investigatori la sentono a lungo.
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