Marta Bravi
Continua la rivoluzione urbanistica di Porta Nuova, che apre la fase due. Questa volta siamo in via Melchiorre Gioia, all'ex palazzo Inps del 61, inutilizzato dal 2012, «in un angolo rimasto non sviluppato e non definito», come spiega Gregg Jones, numero uno di Pelli Clarke Pelli Architects, lo studio di architettura che ha disegnato il masterplan di Porta Nuova Garibaldi, piazza Gae Aulenti e le torri Unicredit, e che ora firma il grattacielo di Gioia, la torre di 120 metri, per 26 piani fuori terra e 4 interrati. Coima sgr coordina il progetto in qualità di investment e asset manager per conto della Abu Dhabi Investment Authority, che controlla al 100% Gioia 22, mentre Coima Srl è stata incaricata come development manager per la gestione tecnica dello sviluppo urbano ed edilizio. «Finalmente a Milano si è aperta una nuova fase culturale - spiega Manfredi Catella, ceo di Coima sgr-: i cambiamenti urbanistici ora sono visti in modo positivo».
Gioia 22, rappresenta il primo edificio della rinascita di un'intera area che comprende l'ex parcheggio tra via Gioia, Pirelli e Sassetti, che Coima si è aggiudicata per 78 milioni di euro e che avrà una vocazione a «terziario commerciale», mentre il parco della Biblioteca degli Alberi sarà pronto prima dell'estate. Poco più in là è in via di ristrutturazione la torre Galfa, che Unipol dovrebbe ultimare tra circa un anno, I Giardini d'Inverno di China investment che dovrebbero essere pronti per la primavera 2019.
La pianta dell'edificio è un rettangolo che si curva verso est, la struttura ha la particolarità di avere la base più stretta rispetto alla sua cima e si estende su una superficie lorda di 68.432 metri. «Il nostro edificio - spiega Gregg Jones - è il frutto di un anno e mezzo di ricerche sul tema dei posti di lavoro del futuro, che devono diventare sempre più flessibili, guadagnare densità e facilitare la collaborazione e la cooperazione tra colleghi». Gli uffici potranno ospitare fino a 2.700 persone, mentre ai piani interrati sono previsti 350 posti auto e 81 posti moto, spazi tecnici e magazzini.
Ma ciò che lo farà diventare «il simbolo degli uffici direzionali del futuro sono le caratteristiche tecniche» spiega ancora Jones : la torre avrà «inediti standard di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale». Tradotto in pratica: 6.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici che consentiranno una riduzione del fabbisogno energetico del 75% rispetto alle più recenti torri. Sono previsti altri sistemi per la riduzione del consumo di energia come l'illuminazione a Led controllata da sensori di luce diurna e un sistema alimentato da acqua di falda per il riscaldamento e il raffrescamento.
sistemi che permettono d classificare Gioia 222 come Nearly Zero Ennergy Consuimation Builfding.Ieri è partita la demolizione dell'edificio Inps, la posa della prima pietra è prevista per l'estate, la torre dovrebbe essere ultimata nel 2020.
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