Il prefetto: «Annullate le nozze gay»

Tronca ordina a Pisapia di cancellare «senza ritardo» i matrimoni omosessuali già trascritti

Il prefetto: «Annullate le nozze gay»

E ora lo scontro istituzionale è inevitabile, perché il prefetto Francesco Paolo Tronca ha firmato ieri il provvedimento di annullamento delle tredici trascrizioni di matrimoni gay già celebrati all'estero e ha «ordinato al sindaco Giuliano Pisapia in qualità di ufficiale di stato civile di procedere agli adempimenti conseguenti all'annullamento senza ritardo e di darne immediata notizia al prefetto». Durissimo Pisapia. «Tra la circolare del ministro Alfano e i miei convincimenti morali e giuridici oltre che quelli della maggioranza del consiglio comunale eletta dai cittadini che ha approvato una mozione a favore della trascrizione, non ho dubbi da che parte stare».

La notizia ieri sera, dopo che nel pomeriggio in Regione era stata approvata una mozione per invitare i sindaci lombardi a non trascrivere i matrimoni tra persone dello stesso sesso e ad annullare gli atti eventualmente già firmati. Nessuna indicazione specifica, ma l'unico a legalizzare nozze omosessuali trascrivendole nei registri dello stato civile è Pisapia, sulla scia del sindaco di Roma Ignazio Marino. Il quale proprio ieri ha ricevuto l'altolà del Tar del Lazio che respinge la richiesta di sospendere l'atto con cui il prefetto aveva disposto l'annullamento delle trascrizioni già fatte dallo stesso Marino.

Forse solo una coincidenza il passo avanti del prefetto Tronca dopo che il primo firmatario della mozione approvata in Regione, il capogruppo del Nuovo centrodestra Luca Del Gobbo, parlava di atti che «non sono conformi al quadro normativo vigente». Una mozione votata all'unanimità dall'intero centrodestra (Ncd, Forza Italia, Lega, Lista Maroni e Fratelli d'Italia) che ha accolto la richiesta di Riccardo De Corato (Fdi) per «invitare» i prefetti a nominare commissari ad acta per annullare le nozze quando i sindaci si rifiutino. «Così come ha già fatto - spiega De Corato - il prefetto di Udine, rientrando nella legalità dopo che il sindaco aveva trascritto un matrimonio tra due donne». A seguire nella mozione la richiesta al parlamento di occuparsi della questione, garantendo «il valore dell'istituto della famiglia naturale fondata sul matrimonio». Alla votazione non hanno partecipato il Pd e la Lista Ambrosoli, mentre i «grillini» del Movimento 5 stelle non erano in aula da inizio seduta per una protesta contro il progetto di legge sul consumo di suolo. «Siamo stanchi - le parole di Del Gobbo - di assistere alla costante violazione della legge di alcuni sindaci per affermare una posizione ideologica. Per questo apprezziamo la scelta del ministro Alfano di richiamare gli amministratori al loro ruolo di garanti della legge e della Costituzione».

Per De Corato «questo annullamento non basta perché Pisapia andrà avanti, come annunciato dallo stesso sindaco e dal suo fido assessore talebano e pasdaran dei matrimoni gay Majorino». Per questo «è necessario che il prefetto faccia quello che ha chiesto il consiglio regionale e cioè commissari Milano».

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