Presi i cinque della "banda del buco"

Arrestati i rapinatori che arrivavano in trasferta da Napoli per svaligiare banche

Presi i cinque della "banda del buco"

Consci del successo dell'effetto sorpresa, arrivavano in banca all'improvviso. Magari dopo aver lavorato senza sosta per giorni nei sotterranei di uno stabile attiguo, segato grate o infilandosi come ratti nei tombini e calandosi poi attraverso paratie e botole «schermate» dall'attrezzatura tipica dei furgoni utilizzati da chi lavora in strada. Da qui il nome, «banda del buco», affibbiato dagli investigatori della sezione «Antirapine» della Squadra mobile, guidati dal neo dirigente Marco Calì, al gruppo di cinque rapinatori trasfertisti - tre catturati a casa loro, a Giugliano, in provincia di Napoli, gli altri ancora ricercati - che con il volto coperto, colpivano le banche del nord Italia. L'accusa è di associazione a delinquere per una rapina messa a segno il 27 marzo 2018 nella filiale della Popolare di Milano di piazzale Accursio che fruttò un bottino di appena 25mila euro in gioielli (dalle intercettazioni si capisce che si rammaricavano molto dell'esiguità: «Ahhh! E tu lo sai perché? Lo sai perché in quella banca non abbiamo fatto molto? Perché non abbiamo avuto abbastanza cazzimma») e per un altro il 2 maggio alla Banca Popolare di Sondrio di via Lessona, quando i banditi che forzarono 50 cassette di sicurezza (35 erano piene), riuscirono a portarsi via un milione in preziosi e 16mila euro in contanti. Tutto dopo aver sequestrato e terrorizzato, spingendoli qua è là con cacciaviti e piedi di porco, i dipendenti. Per fuggire infine a bordo di una Fiat Uno. Il procuratore aggiunto Laura Pedio e la pm Maria Cristina Ria sottolineavano che la banda, che aveva fatto base in un appartamento a Novara, ha agito «per oltre dieci anni» e al momento della cattura stava progettando altri colpi: uno alla Popolare di Sondrio di via Faenza e in un istituto di credito proprio a Novara, puntando però a cambiare «base», per trasferirsi a Milano.

Le intercettazioni rivelano una vera e propria ossessione dei banditi per le banche. «Quella mamma mia vedi quanto è bella Pasquale. Quella vicino alla posta...(...) Questa è la fine del mondo! (...) Come sono belli i pacchi da 500 euro!».

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