Giovanissimi ma estremamente intraprendenti, visto che nel giro di tre ore hanno tentato tre rapine in banca armati di taglierino. La prima è andata buca, la seconda riuscita, la terza bloccata sul nascere perché il direttore dell'istituto di credito ha notato due «tizi» sospetti e ha chiamato i carabinieri. I militari sono arrivati in pochi istanti e li hanno bloccati, scoprendo che si trattava di due magrebini di secondo generazione, di appena 14 e 15 anni. Sufficienti però, vista la gravità del reato, per essere arrestati e finire al carcere minorile Beccaria.
I due mini-rapinatori sono entrati in azione ieri attorno alle 12.30 quando hanno fatto irruzione entrambi armati di taglierino alla filiale della Banca Popolare di Milano di via Roma. Con estrema «professionalità» hanno minacciato i dipendenti chiedendo di vuotare le casse. I soldi però erano chiusi nella cassaforte a tempo che non poteva essere aperta dai bancari. I due non se la sono sentita di rischiare oltre e se ne sono andati. Sono però apparsi appena mezz'ora dopo alla agenzia di Banca Intesa di via Milanofiori ad Assago. Qui sono riusciti a raccimolare 800 euro, entrando così ufficialmente nell'elenco dei rapinatori.
Il colpo riuscito ha gasato la coppia che, gira e rigira, alle 15 ha iniziato a studiare il terzo colpo presso il Monte dei Paschi di Siena di Trezzano sul Naviglio in viale Leonardo da Vinci. Movimenti che però hanno insospettito il direttore che ha telefonato al 112. Dopo pochi istanti un equipaggio della compagnia di Corsico è piombato sui due e li ha bloccati. In tasca gli adolescenti avevano ancora i taglierini con compiuto i colpi e 400 euro, quel che rimaneva del bottino dell'assalto andato a buon fine. I carabinieri scoprivano infine lo scooter usato dai due, rubato in centro a Milano il 26 marzo.
I carabinieri hanno sviluppato le indagini scoprendo che entrambi erano nati in Italia da una famiglia marocchina, il quindicenne, e tunisina, il suo complice. Genitori per altro a postissimo, regolari e con un altrettanto regolare lavoro dipendente. Anche loro del resto non avevano mai creato problemi, incensurati e studenti delle scuole medie superiori, dove non avevano mai manifestato particolari disagi.
I militari si sono messi in contatto con i giudici del Tribunale dei contare minori che vista la gravità delle accuse, una rapina a segno e una tentata, senza contare quella sventata, le armi e lo scooter rubato o quanto meno ricettato, hanno deciso per il loro arresto. Come sempre sono finiti al Centro di Prima accoglienza di via Spagliardi, dove attenderanno la convalida del fermo.
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