Primarie secondo il rito ambrosiano? Sembra proprio che nonostante tutto, nonostante i richiami all'unità del presidente del consiglio, Matteo Renzi, che vorrebbe un bell'election day nazionale il 20 marzo come propaganda elettorale per mostrare unito il Pd diviso, pare che nonostante tutto questo Milano la spunterà. E avrà le sue primarie il 7 febbraio. Troppi i tifosi dell'autonomia milanese, tanti da spingere persino il sindaco, Giuliano Pisapia, a dare un colpo e al cerchio e uno alla botte, senza atterrare Renzi ma spingendo per il modello milanese che è tutto particolare, anche perché è nato intorno a lui.Il fatto è che anche in ambienti renziani si sono convinti che il 7 dicembre sia la data giusta e che non valga la pena di fare la guerra, rischiando di spaccare l'unità del centrosinistra e alla fine di perdere Milano. C'è poi un ragionamento che circola ai vertici, dietro richiesta di anonimato, e che è all'incirca questo: «Per riuscire a mantenere in vita la candidatura di Giuseppe Sala dobbiamo muoverci il prima possibile, chiudere velocemente. Altrimenti ogni giorno è un attacco che arriva da un lato diverso. Il 7 febbraio è una buona data». E poiché Sala non è un politico ma un manager, abituato a essere trattato con modi urbani e non nel gergo velenosetto che usa tra gente abituata ai palazzi, basta la cattiveria dell'Anita Pirovano di turno a fargli perdere le staffe, le speranze e anche un po' la voglia di trovare strade alternative e forse anche più gratificanti. Gira già un documento con la data. Tutte le dichiarazioni sono a favore del 7 febbraio, nonostante sia Carnevale e le mamme borghesi potrebbero essere tentate dalla classica settimana bianca, con ponte sul Carnevale ambrosiano che cade il 13 febbraio. Uno scherzetto per mettere in difficoltà il candidato manager? «È la politica che decide del calendario e non l'inverso. Per me la bussola rimane un centrosinistra civico che dia continuità al laboratorio avviato con Giuliano Pisapia e coltivi l'opera di innovazione così vitale nella nostra città» entra nel dibattito la deputata Barbara Pollastrini, che rimane un pezzo da novanta della Sinistra dem. Quanto a Sala, Pollastrini sembra possibilista, o almeno non lo esclude del tutto: «Se firma la carta dei valori, se interpreta il progetto di questi cinque anni di centrosinistra, potrebbe anche essere Sala. Ma tutti vediamo le sue distanze da Pisapia». Però non è sulle barricate per difendere Pierfrancesco Majorino. Così Majorino tiene il punto, assicurando con toni paraleghisti che Milano non si farà «umiliare da Roma» e che «questa genialata delle primarie il 20 marzo sarebbe un regalo alla destra che avrebbe tempo per organizzarsi». C'è anche da tener conto che il 7 febbraio sarebbe un regalo per Majorino, che può contare su una macchina organizzata e pronta.
E si vocifera di un possibile accordo, un passo indietro a beneficio della «cocca» di Pisapia, Francesca Balzani: uno pericoloso sgambetto a Sala. Ma se gli esiti sono incerti, che la data slitti sembra quasi impossibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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