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Primarie, il fronte del no irrita Fiano e Majorino

Il più tranchant è Bruno Tabacci, deputato ed ex assessore al Bilancio della giunta Pisapia («per come abbiamo “smacchiato il giaguaro“ era meglio se rimanevo qui» dice): le primarie «lasciano il tempo che trovano» attacca dal palco della kermesse organizzata da Franco D'Alfonso, assessore al Commercio e ideologo arancione. Nel 2011, argomenta Tabacci, «avevano un senso, oggi sono un regolamento di conti all'interno del Pd, che ha già prodotto mostri come a Roma. Il clima è diverso e il rischio della sconfitta nelle grandi città c'è. Sel insiste per le regole, ma non dobbiamo farle per forza se rischiano di essere di serie b. Io credo più alla politica che alle regole, si può arrivare a una decisione condivisa e questo movimento civico ha le gambe per trainare la coalizione al successo». Pierfrancesco Majorino, già candidato, tuona: «Potrebbero produrre “mostri“? Chi non vuole scegliere con le primarie ha in mente la strada degli accordi segreti. Nessuno giochi nell'ombra». L'altro in campo, il Pd Emanuele Fiano, afferma: «Perdere tempo non fa bene».

D'Alfonso dichiara (a parole) che il candidato sarà scelto ai gazebo e sciorina la sua rosa di papabili: cita il commissario Expo Giuseppe Sala e forse pensa a lui, giù nei sondaggi, quando ricorda che «Pisapia a inizio campagna aveva un indice di notorietà del 28%». E sia per lui che per il secondo nome, Ferruccio De Bortoli, vale la raccomandazione agli alleati a «non aprire un fuoco preventivo sui nomi». Li ritiene «nomi degni» per il dopo-Pisapia e aggiunge il vicesindaco Francesca Balzani. Seduti in platea indica l'ex vice Ada Lucia De Cesaris, il presidente Sea Pietro Modiano e di Atm Bruno Rota. Ieri anche l'Idv ha annunciato che correrà con un proprio candidato. Sul fronte del no alle primarie sale l'ex vicesindaco Maria Grazia Guida. Le difende ovviamente il capogruppo di Sel Mirko Mazzali («ma no a uomini per tutte le stagioni» e (sempre a parole) la deputata Pd Lia Quartapelle («sono indispensabili per l'unità della coalizione»). Ma tutti ne parlano e nessuno le organizza. Il Pd sostiene che tocca a Pisapia convocare la coalizione, il sindaco ribadisce che «servono», devono essere «primarie responsabili» e «con un candidato del civismo in corsa», ma ben si guarda dal prendere il cerino: «Nessuno mi ha chiesto di convocare tavoli».

Raccoglie invece la proposta del segretario Dem Bussolati di inaugurare da novembre grandi manifestazioni unitarie del centrosinistra, senza simboli, come accadde dopo gli scontri del Primo maggio. Si attende la parola di Matteo Renzi, il 10 novembre in città per discutere di post Expo. E post Pisapia.

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