Per votare è obbligatorio firmare la carta di intenti e pagare un minimo di 2 euro: si ottiene così un certificato di elettore del centrosinistra. Domani la sinistra va al voto per le primarie nazionali. E l'attesa è alta anche per capire chi vincerà la disfida milanese, dove la gran parte dell'establishment è schierata a ranghi compatti per il segretario del Pd, Pireluigi Bersani. In Lombardia sono 160mila i cittadini che si sono registrati per scegliere il candidato premier del centrosinistra, un numero che aumenterà con chi andrà direttamente a votare nei 1500 seggi previsti. Un'operazione in cui è stato usato il lavoro di 10mila volontari.
E vediamo come si sono divisi i politici, a partire dall'entourage del primo cittadino, piuttosto variegato. Il sindaco, Giuliano Pisapia, dopo settimane di silenzio e l'incontro faccia a faccia con tutti i candidati che avevano fatto sperare gli altri contendenti, ha deciso di fare un endorsement ufficiale e voterà il leader di Sel, Nichi Vendola. Non solo, spera anche che sorpassi Renzi e si vada al secondo turno: «Mi piacerebbe che, se ci sarà il ballottaggio, fossero rappresentate posizioni tra loro differenti anche per appartenenza ad aree diverse del centrosinistra». E Tabacci, anche lui candidato? «La mia speranza è che Tabacci torni nella mia giunta a fare l'assessore al Bilancio e che Vendola possa rappresentare al ballottaggio una posizione alternativa e originale».
La capogruppo della lista Pisapia, Anna Scavuzzo, vota invece per Matteo Renzi. E nella giunta Pisapia non mancano i bersaniani confessi: l'assessore ai Servizi sociali, Pierfrancesco Majorino, all'Urbanistica, Lucia De Cesaris, alla Sicurezza, marco Granelli. Voterà invece Vendola, come il sindaco, l'assessore al Lavoro, Cristina Tajani.
Stanno con Bersani tutti i parlamentari, il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina, metropolitano, Roberto Cornelli, e cittadino, Francesco La Forgia, la vicepresidente del consiglio regionale, Sara Valmaggi, il consigliere Franco Mirabelli. Fabio Pizzul, il quasi candidato governatore, vota Bersani ma si augura che Renzi faccia un buon risultato. Sta con Renzi il vicesgretario regionale del partito, Alessandro Alfieri.
Le primarie nazionali saranno già una specie di termometro per quel che accadrà in seguito, alle primarie regionali del centrosinistra, per le quali si voterà il 15 dicembre. La competizione diventa sempre più facile per Umberto Ambrosoli. L'avvocato, che in un primo momento non voleva scendere in campo e poi si era opposto alle primarie, ha già ottenuto che nessun esponente del Pd corresse contro di lui. Si è ritirato il cattolico Fabio Pizzul e non si sono candidati altri nomi forti come Giuseppe Civati.
E ieri ha abbandonato la corsa anche Roberto Biscardini del Psi, che si ritira per sostenere la candidatura di Ambrosoli. Il motivo? È «il candidato più adatto per una grande alleanza moderata con il centro». Protesta l'altro candidato, Andrea Di Stefano: «Sono accordi da vecchia politica».
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