Primi fondi per la Grande Brera Resca: «Adesso tocca ai privati»

Primi fondi per la Grande Brera Resca: «Adesso tocca ai privati»

Incredibile ma vero. Se tutto va bene la Grande Brera non resterà uno dei tanti sogni rimasti nel cassetto dei milanesi, da troppi anni abituati a rendering, esibizioni di archistar e, nella migliore delle ipotesi, a cantieri infiniti. Il Comitato Interministeriale ha infatti approvato ieri lo stanziamento di circa 2,5 miliardi di euro per nuove opere infrastrutturali e interventi straordinari. Tra i beneficiari c’è anche il progetto che prevede lo spostamento dell’accademia di Brera all’ex caserma di via Mascheroni e il rifacimento dell’edificio che allargherà gli spazi per la Pinacoteca con annesso Palazzo Citterio. Importo dello stanziamento: 23 milioni di euro che prevede la messa in sicurezza dei locali nella ex caserma che un giorno ospiterà gli studenti, la revisione e il rifacimento delle coperture del complesso di Brera. Il commissario straordinario Mario Resca era stato chiaro: solo per aprire il cantiere sarebbero stati necessari trenta milioni e fino a ieri il ritornello del governo ricordava la canzoncina di Antonello Falqui «Bambole non c’è una lira».
Dottor Resca, che succede, allora la Grande Brera si fa?...
«Beh, quella di ieri è una bella notizia per un grande progetto di cui rivendico la paternità. Diciamo che è la seconda buona notizia dopo l’impresa di essere riusciti a trovare, nel luglio del 2010, un accordo tra i tre ministeri coinvolti nella questione».
Lei la scorsa estate aveva avvertito: o saltano fuori trenta milioni subito o il progetto va alle ortiche. Qua ce ne stanno 23, ve li farete bastare?
«Ovviamente no, ma almeno si parte e il primo passo sarà preparare i 20mila metri quadri che accoglieranno degnamente gli studenti dell’Accademia due secoli dopo il progetto di Napoleone. Ovviamente serviranno risorse dal territorio, dagli enti locali e dai privati, a cominciare dalle fondazioni bancarie».
Ci aveva già provato Letizia Moratti a creare la cordata di privati per Brera, ma ha dovuto gettare la spugna.
«Stavolta è diverso, perchè si parte da una base concreta. Io sono certo che uno sforzo verrà da parte di tutti perchè quella di Brera è un’occasione imperdibile: anzitutto per il museo che è riconosciuto come un’eccellenza internazionale ed è un brand che potrebbe rilanciare l’economia cittadina e creare posti di lavoro. È giunta l’ora di seguire l’esempio di molti musei d’impresa europei, come il Louvre di Parigi che attira nove milioni di visitatori, o l’Isola dei musei di Berlino che ne attira cinque».
Un’occasione anche per l’accademia?
«Certo, perchè i 4.000 allievi che arrivano da ogni parte del mondo avranno finalmente un vero campus dove studiare»
Realisticamente quanti soldi ci vorranno complessivamente e quanti anni per vedere completato il progetto?
«Compreso tutto servirà un centinaio di milioni.

Quanto ai tempi, dipenderà dalla burocrazia ma se tutto va bene, correndo, saremo pronti entro il 2015».
Ottimista. L’assessore Boeri ha detto che manca ancora un piano di fattibilità...
«Un fattore superabile non appena verranno istituite le gare d’appalto».

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