La Procura cambia idea: «Indaghiamo sulla vendita»

La Procura cambia idea: «Indaghiamo sulla vendita»

«L’inchesta è aperta»: è una doccia fredda per la giunta di Giuliano Pisapia quella che arriva a fine mattinata dalla Procura della Repubblica. Al termine di ventiquattr’ore convulse, in cui si è persino ipotizzato che il fascicolo di indagine si fosse perduto in qualche armadio, dai vertici della Procura arriva finalmente la conferma che la vendita di Sea, la società degli aeroporti milanesi, al fondo F2i di Vito Gamberale (nella foto) è al centro di una indagine penale. Non più una indagine esplorativa, senza ipotesi di reato, ma una inchiesta contro ignoti per turbativa d’asta. Sulla più importante operazione di business varata dalla giunta «arancione» di Milano, la Procura ha già compiuto una serie di atti e di accertamenti che non hanno fugato i dubbi sollevati dalla intercettazone che sta alla base di tutto, quella in cui Gamberale si faceva promettere da un interlocutore sconosciuto una gara «su misura» per essere certo di conquistare il 29,75% di Sea.
Di atti di indagine, per capire cosa sia davvero successo tra il luglio e il novembre dell’anno scorso intorno al pacchetto di azioni degli aeroporti ne serviranno altri. La conferma dell’inchiesta contro ignoti arriva a metà pomeriggio, poche ore dopo che il sindaco Pisapia aveva mostrato tranquillità, «è una inchiesta senza notizia di reato». Invece la Procura ha dovuto prendere atto che nella telefonata di Gamberale c’è, ed è anche abbastanza vistosa. Ed è la turbativa d’asta, reato previsto dall’articolo 353 del codice, punito fino a due anni di carcere se commesso da un privato, fino a cinque se il responsabile è un pubblico amministratore incaricato di preparare l’asta o l’appalto. Per motivi procedurali, la intercettazione di Gamberale e Mister X, proveniente dalla Procura di Firenze, non può essere usata come prova a Milano. Ma è lo spunto investigativo dal quale ora la Procura, anche se un po’ in ritardo, sta partendo per scoprire se davvero la delibera approvata tra pressioni e proteste all’alba del 16 novembre scorso dal Consiglio comunale fosse cucita su misura per il vincitore già designato a tavolino, come sembra dire l’intercettazione (e come gli oppositori del piano hanno, peraltro, sempre sostenuto). Non sarà un lavoro facile, quello della Procura, perché i buoi ormai sono scappati. Ma dalla sua il procuratore aggiunto Robledo ha un vantaggio: l’operazione voluta da Pisapia e Tabacci sulla Sea ha avuto un sacco di testimoni.

Qualche decina di consiglieri comunali e assessori sono in grado di descrivere per filo e per segno chi tifava per una soluzione e chi per l’altra. E chi alla fine, con un atto di forza notturno, impose la soluzione che apriva a F2i la strada per la conquista della Sea, come la telefonata di quattro mesi prima aveva garantito a Gamberale.

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