Profughi, atti osceni vicino ai bimbi

Sono due ospiti della Croce Rossa. E riesplode la polemica sul parco Nord

Arrestati per atti osceni in luogo pubblico. Due richiedenti asilo originari del Bangladesh sono stati sorpresi domenica pomeriggio a masturbarsi vicino ad aree giochi del Parco Nord frequentate da bambini e famiglie. I profughi, di 20 e 26 anni, entrambi ospiti del centro di accoglienza della Croce Rossa a Bresso, sono stati fermati a circa un'ora di distanza e in punti diversi del parco. Gli episodi non sarebbero collegati. A chiamare i carabinieri della compagni adi Sesto san Giovanni sono state le Guardie ecologiche volontarie, i due giovani si erano riparati (senza preoccuparsi di nascondersi bene) dietro a cespugli, uno è stato colto in flagrante vicino a via Suzzani, l'altro in un punto del polmone verde tra Sesto e Bresso. L'accusa per loro è aggravata dalla vicinanza di luoghi frequentati da minori.

I caso solleva nuove polemiche sulla sicurezza nel parco dove, solo il 31 agosto, un'anziana di 81 anni è stata violentata in pieno giorno da un extracomunitario mentre usciva di casa per fare una passeggiata. E nel mirino questa volta finisce anche il presidente dell'ente Parco Nord, Roberto Cornelli, ex presidente provinciale del Pd fino al 2013.

Su quell'area verde attacca il capogruppo di Fdi in Regione Riccardo De Corato ««ne abbiamo viste di tutti colori, dalla povera anziana ottantunenne stuprata ai due depravati richiedenti asilo bengalesi che domenica si masturbavano a Bresso nell'area giochi dei bambini». Si domanda «cosa dirà ora Cornelli, che il giorno della marcia pro profughi utilizzò impropriamente il sito dell'ente per promuovere l'evento, del fatto che siano ospiti del centro di accoglienza della Croce Rossa, mantenuti dai contribuenti».

De Corato intende presentare una interrogazione in Regione «affinchè si provveda a mettere sotto video sorveglianza l'area constatato che il presidente del Parco pensa più ad organizzare festival della Biodiversità che a tutelare

l'incolumità dei suoi frequentatori, forse oggi dovrebbe presentare come atto riparatore e provocatorio le sue dimissioni. E il Comune di Milano cosa fa per mettere in sicurezza la parte che rientra sotto i proprio confini?».

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