«Questa non è una guerra tra la Lega e il Pdl, ma la difficoltà di Roberto Formigoni che fatica a mettersi d'accordo con il suo partito». Così in via Bellerio un pezzo grosso del Carroccio spiega l'accelerazione del governatore sulla data del voto. Già il 16 dicembre o il 13 gennaio, il consiglio dato a Formigoni dai fedelissimi per tagliare le gambe alla Lega. Che così non vedrebbe accolte le sue richieste di approvazione della legge di Bilancio e di riforma dello Statuto prima dello scadere della legislatura. Una guerra di trincea nella quale ieri Formigoni sembrava aver ancora segnato più di qualche punto a suo favore. «Non è così - ribattono alla Lega - Formigoni sta semplicemente giocando le sue carte». E l'ipotesi è che stia già trattando con il segretario del Pdl Angelino Alfano il suo futuro politico lontano da Palazzo Lombardia. Magari in Europa. Perché alla Lega sono convinti che Alfano e soprattutto Silvio Berlusconi siano assolutamente d'accordo per andare a votare ad aprile con le regionali unite alle politiche in un election day. Segno che il progetto di ricostituire la grande alleanza del centrodestra con la Lega e quello che sarà del Pdl, marcia più veloce a Roma che a Milano. «E Formigoni - spiega un altro colonnello - non si dimentichi che oltre alla Lombardia, a primavera si vota anche in Friuli Venezia Giulia, a Treviso e Brescia». Come a dire che una spaccatura metterebbe a rischio piazze importanti.
«Noi siamo e restiamo in maggioranza», ripete il segretario lombardo Matteo Salvini. «Perché a mandare a casa Formigoni non è stata la Lega, ma un arresto per 'ndrangheta». Confermato che in giunta la Lega entrerà con un solo rappresentante. «Una presenza più che sufficiente - spiega Salvini - per controllare che questi sei mesi siano utili a raggiungere tutti i risultati che ci siamo prefissati». Sei mesi, dunque, e non 45 giorni come annunciato da Formigoni. E chi sarà il tecnico leghista? «Macché tecnico, sarà un politico. I tecnici a Roma stanno già facendo abbastanza disastri, il governo Monti ha messo nuove tasse ai disabili. Che vergogna». Niente tecnico, dunque, e questo sarà un nuovo motivo di attrito. Mentre dalla Lega nessuna risposta arriva all'attacco di Formigoni a Maroni. «Ritengo irrituale che il capo di un partito che ha fatto cadere una giunta che ha lavorato bene, possa pretendere di essere il candidato».
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