Si aggirava per lo scalo di Linate trascinandosi un carrello con alcuni bagagli su cui era appoggiato un quadro avvolto in comunissima carta velina. Alla dogana ha risposto con un «Nulla da dichiarare», scordandosi forse che quel quadro gettato sulle valigie con estrema nonchalance altri non era se non «Concetto spaziale. Attese» di Lucio Fontana, valore 4 milioni e mezzo. Inevitabile il sequestro, una multa salata e un ancora più salata Iva da pagare sulla tela oggetto di importazione.
La scoperta della preziosa opera d'arte fatta passare come un banale crosta, è stata fatta ieri mattina dai funzionari dell'Ufficio delle dogane Milano 1. Il viaggiatore, un italiano in arrivo da Zurigo, si è infatti presentato ai varchi con un carrello contenete valigie e appunto il quadro alto 115 centimetri e largo 89, «dichiarato come effetto personale». In realtà si trattava di un «Concetto spaziale. Attese», un acrilico su tela del 1963. Inevitabile l'intervento dei doganieri che gli hanno appioppato una mula saluta e calcolato in 448.500 euro l'Iva evasa nell'importazione.
«Attese» fa parte comunque di un trittico che comprende anche «Concetto Spaziale. Venezia d'argento», 1961 e «Concetto spaziale. Teatrino», 1964. Si tratta di una delle opere più famose di Fontana, celebre al grande pubblico per le sue tele tagliate e bucate. Nato a Rosario in Argentina nel 1899, passò la sua vita tra l'Italia e il Sudamerica, sperimentando le più azzardate forme artistiche sia come pittore che come scultore.
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