Quei turisti abbandonati a se stessi che continuano ad amare MilanoI visitatori sono in aumento ma l'accoglienza è inadeguata

Quei turisti abbandonati a se stessi  che continuano ad amare MilanoI visitatori sono in aumento ma l'accoglienza è inadeguata

Quasi trecentomila nel 2012, in aumento in questa estate 2013. I turisti che visitano Milano, o almeno passano per la città nel mese di agosto sono tanti. Sempre più numerosi. Lo dicono i registri degli albergatori e le statistiche della Camera di commercio. Poi, anche senza consultare numeri e tabelle, basta guardarsi intorno e vedere il gran viavai di stranieri per le strade. Sarà anche l'assenza degli abitanti abituali, i milanesi che hanno preso la via delle vacanze, ma la città sembra tutta loro.
Un anticipo dell'Expo 2015. Un'occasione per arricchire Milano, oltre l'identificazione con il turismo d'affari. O con i viaggi di shopping, abitudine consolidata di tanti nuovi e vecchi ricchi che salvano la stagione dei saldi. Adesso per le strade tutte loro, si vedono tanti turisti normali, persone che visitano la città perché è una città con una storia da raccontare e luoghi da mostrare. Per ammirare chiese, piazze, palazzi e monumenti.
Fanno tenerezza questi turisti volenterosi, arrivati senza invito, spontanei e inattesi come fiori fuori stagione. Nessun comitato di accoglienza, nulla e nessuno si è preoccupato di come accoglierli ad agosto. Nessuno se ne prende cura. Vengono perché vogliono vedere Milano, ma non hanno vita facile: poche mostre, iniziative rade, panchine scarse, bar carissimi, hotel non ne parliamo.
In un'assolata domenica, l'ultima prima di Ferragosto, piazza Duomo è piena di gente anche all'ora di pranzo. Vagano davanti alla cattedrale giovani europei attirati dalle bellezze artistiche e dalla vita notturna, e persone di una certa età che hanno iscritto Milano tra le città da vedere una volta nella vita. Pullman di giapponesi scendono in largo Augusto per raggiungere la Madonnina. Donne velate affollano le vie e i locali del centro. Gente approdata a Milano per assaggiarla.
Spendono poco, dicono le statistiche.

Ma c'è da chiedersi se non sia l'offerta a essere carente di proposte per portafogli di gente comune, che non presenta la nota spese in azienda al ritorno dal viaggio. Una riflessione da fare sulla via del 2015, perché questo interesse vibrante per la città è una ricchezza da coltivare.

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