E adesso l’affare Sea diventa dannatamente ingombrante per la giunta di Giuliano Pisapia. Perché sull’operazione che ha portato quasi il 30 per cento della società aeroportuale milanese a cambiare padrone - passando dal Comune al fondo F2i di Vito Gamberale- ora si staglia un incontro imbarazzante nella hall di un albergo senza nome. Un incontro che mette faccia a faccia Gamberale con il grande sponsor dell’operazione Sea dentro la maggioranza arancione: Bruno Tabacci, assessore al Bilancio. Che incontra Gamberale quando l’operazione Sea ufficialmente non esiste ancora: il 24 settembre, tre mesi prima dell’approvazione del bando da parte del consiglio comunale. In quelle stesse settimane, secondo l’indagine della Procura,gli uomini di F2i riescono già a incassare la garanzia che si sarebbe trattato di una gara su misura: come puntualmente avvenne, e F2i si aggiudicò Sea con un rilancio di un solo euro. Chi fu a fornire garanzie che tutto sarebbe andato per il verso giusto? È questo l’interrogativo su cui ha ruotato dall’inizio l’indagine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che vede indagati per turbativa d’asta finora solo Gamberale e il suo braccio destro Mauro Maia.
Ora gli sviluppi dell'indagine rendono le cose almeno in parte più chiare. Nelle carte che la Procura di Firenze ha trasmesso a quella di Milano c'è - secondo quanto risulta al Giornale - una mail inviata da Maia a Gamberale che parla esplicitamente dell'incontro in un albergo fissato tra Gamberale e due uomini che negli sviluppi della vicenda giocheranno un ruolo decisivo. Uno è Bruno Tabacci. L'altro è Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, consulente a titolo gratuito dell'assessore alla cultura Stefano Boeri: quest'ultimo qualche mese dopo sarà il più energico, nella seduta notturna del consiglio comunale, a premere per approvare la gara per la vendita dalle quote Sea. La seduta notturna è del 14 novembre. L'incontro nell'albergo è del 24 settembre. Il bando verrà pubblicato a fine dicembre. Ma due mesi prima della delibera del consiglio, l'assessore incontra già il futuro vincitore della gara. Perché?
Altra domanda: cosa c'entra Alessandro Profumo? Almeno su questo, una risposta la si può dare. Ieri mattina infatti su ordine di Robledo la guardia di finanza bussa all'ufficio del presidente della Sea Giuseppe Bonomi e sequestra tutte le carte relative alla consulenza che, nell'imminenza dell'operazione, il 14 settembre, Sea affidò a una società di Profumo, la Appeal & Strategy. Centomila euro, più o meno. Si chiede il procuratore aggiunto: perché mai Sea pagò di tasca sua la consulenza che serviva al Comune?
«Non risulta chiara l'effettiva motivazione che ha spinto la società in questione ad assumersi il relativo onere economico per un incarico concernente una operazione societaria posta in essere da terzi», si legge nel decreto di perquisizione firmato da Robledo. Già. E ancora: come mai, come consulente per l'operazione, Sea sceglie proprio Appeal & Strategy, una società fondata appena tre mesi prima, il 15 giugno, e che nel corso di tutto il 2011 risulta avere fatturato solo 115mila euro, cioè unicamente il lavoro per conto di Sea per vendere Sea? È solo una coincidenza che appena cinque giorni dopo avere ricevuto l'incarico da Sea, il 24 settembre, Profumo venga nominato consulente a titolo gratuito della giunta Pisapia?
«Non ci sono nuovi indagati», garantiscono ieri fonti della Procura. Ma è evidente che l'inchiesta sta andando avanti, e che quelli che un anno fa erano considerati solo blandi spunti investigativi adesso sta inanellando riscontri uno dopo l'altro. Tanto da rendere sempre più improbabile che - come si auspica sin dall'inizio Palazzo Marino - tutto scivoli verso l'archiviazione senza fare vittime. Ed anzi la nuova svolta arriva per il Comune nel momento peggiore, col rischio di fare naufragare i piani di fare ancora cassa con le quote Sea cui Pisapia e Tabacci si stanno in questi giorni affidando per raddrizzare i bilanci.
Di certo è che la Procura sta lavorando senza indulgenze e con ritmi sostenuti. Il 31 luglio Vito Gamberale aveva chiesto e ottenuto di essere brevemente ricevuto da Robledo insieme al suo difensore, e aveva chiesto di accelerare i tempi dell'inchiesta. È stato accontentato.
Enrico Lagattolla
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