L'ex Cobianchi di piazza Duomo è chiuso «per ragioni tecniche». Riccardo Bertollini, presidente dell'associazione temporanea di imprese Ideazione Ciao, che ha vinto il bando per la gestione dello spazio nel 2016, che succede?
«Succede che il Comune, due settimane fa, con un'azione di forza, ha staccato la luce e ha chiuso l'areazione rendendo di fatto inaccessibile lo spazio. Un atto illecito che abbiamo contestato formalmente».
In che senso?
«Questo è l'ultimo atto di un assedio che stiamo subendo da parte del Comune».
Assedio in che senso?
«Il Comune ha sempre rifiutato di avere un'interlocuzione con noi, soprattutto quando hanno iniziato a sorgere i problemi».
Di che tipo?
«Dieci giorni dopo aver firmato la concessione, a gennaio 2017, abbiamo potuto renderci conto delle effettive condizioni in cui si trovava lo spazio: cattivo odore, mancanza di un sistema di ricambio d'aria e impianto idraulico ed elettrico fuori norma. In quelle condizioni era chiaro che non avremmo potuto svolgere le attività descritte nel progetto con cui abbiamo vinto. Siamo dovuti entrare in regime temporaneo».
Quali le conseguenze?
«Impossibile programmare le attività: dalle mostre alla stagione teatrale, il coworking e la ristorazione, attività che avrebbero dato consistenza al business plan».
Tradotto?
«I nostri ricavi si sono abbattuti del 70 per cento».
Ma così il bando non sarebbe stato da annullare?
«Palazzo Marino avrebbe dovuto annullare il bando oppure sistemare lo spazio. Sono addirittura crollati i soffitti dei bagni per le infiltrazioni... così l'ascensore per i disabili si è bloccato. Il Comune non è mai intervenuto nonostante le continue segnalazioni e a luglio ci ha mandato la disdetta del contratto, che sarebbe scaduto il 31 dicembre 2019».
La motivazione?
«Il mancato pagamento del canone: ma in quelle condizioni era per noi impossibile sostenere i costi, viste le perdite e i mancati introiti. A quel punto l'amministrazione ha intrapreso un'azione civile per il recupero degli importi dovuti, pari a 100mila euro, ma noi abbiamo avuto danni per 400mila euro l'anno per mancato rispetto del business plan».
Ora lo spazio è chiuso?
«Sì e si rischia di perdere il lavoro fatto in termini di ristrutturazione e di fama: il Cobianchi aveva ricominciato a essere frequentato e animato».
Quindi?
«Vogliamo sollecitare altre istituzioni pubbliche a intervenire, visto che il Comune non ci sente».
Si spieghi meglio...
«Non si può gestire la questione solo dal punto di vista amministrativo, ci vuole una mediazione politica: o si fiancheggiano gli enti
culturali o nessuno sarà mai in grado di sostenere 180mila euro l'anno di affitto senza le condizioni per poter attuare il business plan. Lo spazio non era come avrebbe dovuto essere, ma noi ci siamo sentiti abbandonati».
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