Uno sfregio, un oltraggio, un raid fascista. Dopo che è stata distrutta la targa dedicata alla partigiana Lia, Gina Galeotta Bianchi, le reazioni sono state decise. Sono intervenuti, con parole di condanna, l'Anpi, il deputato Pd Emanuele Fiano, il segretario milanese del partito Pietro Bussolati e una serie di altri protagonisti più o meno noti della politica. Qualcuno ha anche preso l'iniziativa di una riparazione, come i Giovani Democratici. Reazioni legittime, se ci trovassimo di fronte al caso di un raid vandalico o peggio a sfondo politico-ideologico. Eppure questa ricostruzione non sembra convincere tutti. L'assessore alla Scuola di Zona 9 Deborah Giovanati, per esempio, non è affatto convinta che sia andata proprio così. E mentre il Municipio, col presidente Giuseppe Lardieri, si è già attivato per chiedere la sostituzione della lapide, l'assessore spiega i suoi dubbi: «Potrebbe trattarsi di un incidente, o di una rottura dovuta alle vibrazioni legate ai lavori che sono in corso alla scuola Cassinis. Possibile che la targa, sovrastata da una siepe e ammalorata, sia andata distrutta così, casualmente. In piazza Balloveso, dove effettivamente una targa è stata vandalizzata, è finita in mille pezzi. In questo caso invece si vede un taglio netto. E poi le targhe sono quattro. Io sarei molto prudente a cercare sempre e comunque il nemico».
A sinistra non hanno dubbi. Bussolati parla di «vigliacchi fascisti» e di «un oltraggio indegno alla memoria antifascista della nostra città». L'Anpi la definisce una «gravissima provocazione». I Giovani Democratici hanno provvisoriamente riparato la targa e definiscono l'accaduto «un gesto vile e vigliacco».
La targa è stata spezzata nella notte tra sabato e domenica. E i contorni della vicenda non sono del tutto chiari: secondo alcuni operai che stavano lavorando in zona, alla sera di sabato era ancora intatta, e non sarebbe stata nemmeno toccata accidentalmente dai macchinari. Certo per raggiungere la targa, nel giardino, è necessario entrare all'interno della recinzione. Anche secondo l'Anpi - che ha sporto denuncia - si tratta di un gesto volontario. Non è stata lasciata però alcuna «firma» dai presunti autori del gesto. La sigla di estrema destra «Lealtà e azione» si è detta «totalmente estranea» in una nota.
Giovanati, che di destra non è (Lombardia popolare) non nasconde il suo scetticismo: «A volte le accuse possono rasentare l'assurdo - dice - capisco che la sinistra milanese non ha più appigli a cui aggrapparsi ma, come si insegna ai bambini,
gridare troppe volte al lupo al lupo non porta a niente. Anzi sembra l'ennesima propaganda». «Non ci si riesce mai a confrontare sui contenuti e quindi la ricerca del nemico risulta essere la strada da percorrere», conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.