La Regione dice stop alle moschee

Il Pirellone avverte: servono varianti urbanistiche. E l'assessore prepara una riforma restrittiva della legge

Nuovi vincoli urbanistici (e non solo) alla realizzazione di moschee. Ma anche fermezza nel far rispettare i limiti già previsti dalla legge. La Regione mette a fuoco il tema dei luoghi di culto. E lo fa su due fronti. Da un lato chiarisce la portata delle norme esistenti. Dall'altro mette a punto regole nuove, per introdurre requisiti ulteriori alla realizzazione di luoghi di culto. E - attenzione - non si tratta (solo) della proposta di legge firmata dal leghista Massimiliano Romeo, che proprio in settimana approda in commissione. Lo stesso assessore Viviana Beccalossi (esponente di Fratelli d'Italia) è al lavoro in questi giorni con la sua struttura e sta studiando le soluzioni normative tecnicamente più adeguate. È chiaro che questo lavorìo darà uno stop ai progetti di tanti Comuni, che stanno promuovendo l'edificazione di moschee nei loro territori. E questa linea entra obiettivamente in collisione col Comune di Milano, che intende concedere un novantennale diritto di superficie su alcune aree pubbliche alle associazioni religiose del capoluogo, proprio per far realizzare dei luoghi di culto.

Come detto, però, ancor prima delle riforme che potrebbero intervenire nelle prossime settimane (Romeo vuole arrivare in aula entro la fine dell'anno e Beccalossi non vuole certo perdere tempo) è la stessa normativa attuale che pone limiti stringenti. Infatti dal Pirellone chiariscono che già in base alla legge 12 così com'è oggi la realizzazione di nuovi luoghi di culto (possibile per confessioni che abbiamo una presenza stabile, diffusa e organizzata) deve essere prevista negli strumenti urbanistici vigenti e in particolare nel piano servizi del Pgt. Nel caso in cui non lo fosse - si chiarisce - deve essere approvata una variante, aprendo il canonico iter fatto di osservazioni e passaggi in Consiglio comunale. Ovviamente un Comune che non seguisse questo percorso si esporrebbe alle possibili impugnazioni in sede di giustizia amministrativa.

Sul fronte degli interventi normativi di riforma, poi, l'assessore Beccalossi ha le idee molto chiare: «La legge 12 è un'ottima legge ma a distanza di anni alcuni aspetti devono essere rivisti, il mondo è cambiato e non possiamo non tenerne conto». L'assessore si riferisce esplicitamente alla «minaccia terroristica» e alle «persecuzioni patite dai cristiani in molti paesi del mondo» e a queste premesse aggiunge la convinzione che una normativa di governo del territorio «deve avere anche un anima, una filosofia: non si tratta solo di urbanistica ma anche di scelte politiche e sociali». La legge è spesso oggetto di revisione: «È accaduto anche per i fenomeni di ludopatia», spiega. «Ora la stiamo rivedendo - conferma - non può essere il singolo sindaco a decidere di aprire una moschea, anche perché sappiamo che spesso questi luoghi si trasformano in luoghi di reclutamento di estremisti. A me interessa anche ciò che si fa dentro». «Penso al coinvolgimento dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza e delle forze dell'ordine», precisa. Questi indirizzi sono al centro di un lavoro tecnico-legislativo ma anche di incontri, formali e informali.

E non è escluso che il tutto possa poi convergere con la proposta firmata da Romeo: «È un ottimo punto di partenza - ammette Beccalossi - ci sono alcuni principi che condivido». Saranno unificate? «Vedremo - dice - ma spero anche nel contributo dell'opposizione».

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