Chiara CampoÉ in campo da poco più di un mese, salta tra quartieri e emittenti locali ma solo sabato mattina dal palco del teatro Dal Verme Stefano Parisi lancerà il programma come candidato sindaco del centrodestra. «Io corro per Milano» è lo slogan, e deve fare passi da gigante per recuperare quel gap di notorietà rispetto all'avversario del Pd Giuseppe Sala, che ha avuto le telecamere (mondiali) puntate addosso durante i 6 mesi di Expo. Non a caso per avere dei dati più attendibili il centrodestra sta aspettando almeno il passaggio clou di sabato per commissionare i primi sondaggi. Eppure, secondo quello realizzato da Index Research presentato due sere fa da «Piazzapulita» su La7, già ora Parisi sta marcando stretto Sala. Con una metà del campione che si dichiara ancora indeciso o non voterà, mr Expo al primo turno incasserebbe il 42% dei voti, Stefano Parisi il 35%, gli altri in campo sommati il 23%. Un vantaggio di 7 punti che si restringerebbe a quattro in caso di ballottaggio: Sala avanti col 52% e Parisi al 48%. Ma il manager del Pd che ha corso alle primarie è praticamente in campo da metà dicembre, Parisi ha iniziato ora. E pare che in casa Pd circolino numeri ancora più allarmanti. La partita è apertissima e il premier Renzi trema. Proprio a lui si è rivolto ieri Parisi, dagli schermi di 7Gold: «Faccio un appello al presidente del Consiglio, non fissi le elezioni a fine giugno. Votiamo prima, con le scuole ancora aperte per favorire la partecipazione dei cittadini. Non bisogna sperare che la gente non voti, le urne a fine giugno sarebbero un'offesa». Due le opzioni in campo: primo turno il 5 giugno con ballottaggio il 19 oppure il 12 con secondo turno il 26 giugno. Anche la coordinatrice e capolista di Forza Italia Mariastella Gelmini sostiene che va fatto «di tutto per avvicinare i cittadini al voto, sono le istituzioni che devono adeguarsi alle esigenze dei cittadini e non viceversa. Renzi sia responsabile e anticipi la data».Nonostante la frattura nella Capitale, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno garantito ieri che su Parisi ll centrodestra è compatto. E il manager non teme ripercussioni. In tv anticipa che non farà sparate elettorali, «non prometto che il prezzo del biglietto Atm costerà meno, ma che migliorerà il servizio. Rivedrò la politica degli abbonamenti, va premiato chi usa di più i mezzi». Da candidato gira la città con il car sharing e in metrò (ieri salendo sulla M2 è inciampato nel dislivello tra banchina e treno, «una chiara manovra della sinistra per eliminare il campione dei moderati che erode consensi» ha ironizzato pubblicando la foto su Facebook»). E anche da sindaco non cambierà abitudine, ma «senza fare populismi alla Grillo, userei la macchina con autista se ci fosse un'urgenza». Una replica non voluta al Pd che qualche ora dopo lo «pizzica» mentre sale su un'auto e monta la polemica. É quella del sindaco di Assago Musella, che lo ha prelevato alla stazione per accompagnarlo fino agli studi tv e parlargli durante il tragitto di 2 chilometri (e lo ha aspettato all'uscita).
Parisi punta a eliminare «gli autovelox piazzati solo per fare cassa», ribadisce con non gli piace «il termine ruspa», alla Salvini, ma «vanno create solo aree rom regolari dove sia garantita la legalità». Per gestire la sicurezza userà professionisti del settore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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