Per ora, sembra tutto calcolato. Nei 184 giorni di Expo - dal primo maggio al 31 ottobre 2015 -, stime Eurisko e della Camera di commercio preparano all'invasione di circa 20 milioni di visitatori a Milano, di cui 6-8 milioni dall'estero, con una capacità massima giornaliera di 250mila turisti. Sempre secondo i calcoli degli esperti, la maggioranza dei visitatori italiani (16,2 milioni) è attesa nei mesi di giugno e settembre, gli stranieri dagli altri stati Ue nei mesi di giugno e luglio, i non europei a luglio e agosto. Chi arriva dall'estero si fermerà in media tre notti, con una spesa pro-capite di 136 euro al giorno, mentre gli italiani si fermeranno a 96 euro al giorno. Su un dato dunque non si scappa: i mesi estivi, luglio in particolare, avranno il picco di presenze e la città non può farsi trovare impreparata. Nel «Patto per Expo» che il Comune sottoporrà ai primi di settembre alle categorie produttive, viene chiesto specificatamente a negozi e pubblici esercizi di impegnarsi a «fornire una disponibilità all'apertura nel periodo estivo» specialmente ad agosto, per evitare l'effetto serrata, e «in occasione di eventi e iniziative attrattive sul territorio». Tradotto: la città dovrà mostrare un aspetto completamente diverso da quello fotografato in questi giorni dai turisti. A parte i casi di corso Vittorio Emanuele o via Dante, è un deserto urbano, persino in centro il piacere di prendere un caffè al bar sta diventando un incubo. Bei capi di abbigliamento nelle boutique, ma dietro a saracinesche abbassate.
Il vicepresidente di Confcommercio Milano, Simonpaolo Buongiardino, sostiene che le dichiarazioni di apertura inviate dai negozianti al Comune rispetto agli anni passati «sono in aumento». Sarà. Ma riconosce che «nel 2015 bisognerà certamente fare qualcosa di diverso. E perchè le attività rimangano aperte, «soprattutto nelle zone semicentrali andranno organizzate iniziative, di cui dovrà farsi carico Expo in città», l'organo creato da Comune e Camera di commercio per coordinare gli eventi sul territorio. Ma, insiste Buongiardino, «Palazzo Marino non può limitarsi ad un palinsesto di spettacoli ed eventi, va collegato ad un meccanismo di sgravi fiscali. Si sta già pensando a personale assunto con contratti ad hoc per tenere aperto più a lungo, i commercianti faranno grandi sforzi ma andranno sostenuti con agevolazioni sulla Cosap, ad esempio».
E se già sono stanziati dei fondi per risarcire le attività che hanno subito danni per i cantieri Expo, confidiamo in una cifra superiore, c'è spazio per farlo visto che il Bilancio sarà votato a settembre». Le imprese «saranno sicuramente propositive, Expo è un'occasione, ma perchè sia un successo servono degli incentivi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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