Alberto GiannoniTramonta la candidatura a 5 Stelle. Patrizia Bedori è a un passo dal ritiro e il movimento di Beppe Grillo potrebbe trovare un altro «portavoce» per Milano. Potrebbe finire così l'avventura elettorale della consigliera di zona 3, e d'altra parte non era iniziata con i migliori auspici. Patrizia Bedori era stata scelta con appena 74 voti dagli attivisti «grillini», a novembre. La candidatura era andata avanti incerta, fino alle prime voci sul possibile ritiro. Indiscrezioni del genere, circolate a gennaio, erano state smentite dalla diretta interessata. Poi, di nuovo, nuvole nere erano tornate ad addensarsi. Ieri l'epilogo. Patrizia Bedori cancella un'intervista televisiva, poi nel corso di un incontro organizzativo con i militanti, rimette il «mandato», insomma si dimette dal candidata. Il movimento congela tutto ma oggi stesso dovrebbe arrivare la decisione definitiva. La campagna non decolla. La candidata, si dice, percepisce un clima di sfiducia e non si sente supportata a dovere, ma forse comincia anche a realizzare la difficoltà dell'impresa in cui si è lanciata: rappresentare nella seconda città italiana un movimento che è considerato il secondo in Italia per forza elettorale. A Milano i grillini sono sotto le medie nazionali. In Comune è stato eletto un consigliere solo, Mattia Calise, e non si può dire che abbia lasciato il segno. Milano, la città più laboriosa d'Italia, con una forte tradizione liberale, riformista e di buon governo, sembra non gradire la formula populista del leader carismatico Beppe Grillo. Ma Milano è anche la città di Gianroberto Casaleggio, che qualcuno considera l'eminenza grigia del movimento, o addirittura il «guru». Gli esponenti del Pd, scatenati nel denunciare il «bluff» dei 5 Stelle, considerano la Bedori «dimissionata da Casaleggio». Su facebook, anche qualche elettore grillino sembra accreditare questo possibile condizionamento. In realtà, nel movimento, questa accusa viene smentita categoricamente. Le ricostruzioni sul possibile passo indietro sono in sostanza confermate, ma questo «dimissionamento», i «grillini» lo escludono con forza. Il problema, spiegano nel movimento, è la modalità con cui Bedori è stata scelta. Il problema è la piega che ha preso la campagna elettorale. A rendere tutto più complicato, paradossalmente, c'è poi la situazione di Roma, in cui la candidata, Virginia Raggi, selezionata con un sistema diverso, sembra avere chance di vittoria. A Milano, insomma, il movimento ha preso atto della difficoltà di «bucare» la campagna elettorale e di star dietro, per esempio, a un candidato abile come Stefano Parisi (che ieri - con consueto fair play - si è detto dispiaciuto per il ritiro della rivale).
TOra tutto è da rifare. Resta solo da stabilire cosa accadrà. Probabilmente sarà messo in piedi un qualche «casting on line» per trovare un candidato, come a Roma. Più improbabile che sia scelto il secondo classificato delle primarie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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