Monica Maggioni non è la prima donna milanese alla presidenza della Rai. Milanese è chi l'ha preceduta, Anna Maria Tarantola, e milanesissima la prima donna al vertice di viale Mazzini, Letizia Moratti. Oltre che per il cognome, la Maggioni sembra possedere un tasso di milanesità piuttosto marcato: padre operaio e sindacalista dei più tosti alla Pirelli, la madre impiegata amministrativa al Giorno (collaborando col quotidiano milanese Monica inizia l'attività giornalistica), laurea in lingue e letterature straniere alla Cattolica di largo Gemelli.
Con queste premesse, dunque, sarebbe lecito aspettarsi attenzione e sensibilità per i problemi della Rai di Milano, un rilancio del centro di produzione e delle attività, a cominciare dalla quelle giornalistiche, della sede di corso Sempione. Il cui triste deperimento è da tempo denunciato sia da chi ci lavora, da Palazzo Marino, dalla Regione, da Assolombarda e dai sindacati. Denunce sempre cadute nel vuoto perché per la politica romana e per le lobby che la alimentano.
Da viale Mazzini e da Saxa Rubra, anzi, con una concezione colonialista della struttura aziendale, si fa di tutto per sottrarre il sottraibile alla periferia. Perfino la struttura Rai Expo costituita a Milano venne immediatamente trasferita a Roma e messo sotto la direzione - la coincidenza! - della Maggioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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