Il ricatto, si fingeva donna in chat e alle vittime chiedeva solo bitcoin

Arrestato un hacker che adescava uomini usando profili sexy

Il ricatto, si fingeva donna in chat e alle vittime chiedeva solo bitcoin

In chat si fingeva una donna, adescava uomini contattati online, poi estorceva loro soldi minacciando di pubblicare dati e immagini privati. L'estorsore, un hacker 43enne che vive in provincia di Treviso, è stato arrestato dalla polizia postale e delle telecomunicazioni di Milano che ha condotto le indagini coordinate dalla Procura e ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip.

Il 43enne avrebbe ingannato numerose vittime. Agganciava gli uomini in chat private, presentandosi con profili femminili falsi. Una volta instaurato un contatto online, riusciva a inoculare malware nei computer dei suoi interlocutori. Rubava così dati personali e sensibili, immagini e corrispondenza a sfondo sessuale. Poi minacciava di pubblicare i materiali compromettenti, chiedendo per non farlo denaro e pagamenti in criptovaluta. I profili femminili creati dal 43enne erano particolarmente sexy e accattivanti ed erano usati per infiltrarsi in chat erotiche e di incontri. Gli interlocutori abbassavano la guardia e i virus inviati dall'hacker prendevano il controllo dei loro hard disk.

Gli investigatori sospettano che dietro l'hacker scoperto in questa operazione ci sia una vera e propria rete di estorsori che agiscono sul web. Le indagini hanno portato a identificare 21 cittadini tra Milano e Pavia che hanno subito ricatti. Alcuni hanno pagato, altri si sono rifiutati. Ma dalle perquisizioni e dalle analisi forensi del materiale informatico dell'estorsore, già comunque noto alla polizia, sono emersi molti più contatti. Le potenziali vittime sparse in diverse regioni sarebbero circa 400. Oltre cento uomini hanno segnalato o denunciato le richieste di denaro ricevute, dopo che il malware aveva bloccato il loro pc. A quel punto foto e conversazioni hard erano in balìa del pirata informatico.

In cambio della mancata divulgazione il 43enne chiedeva cifre tra i 500 e i 3mila euro in Bitcoin. «Bisogna ricordare sempre che potenzialmente se siamo in Rete siamo esposti a questi attacchi - spiega Salvatore La Barbera, dirigente della polizia postale e delle telecomunicazioni di Milano -. Meglio, se possibile, archiviare foto e materiale sensibile su un hard disk separato, ovvero non connesso alla Rete, e utilizzare sempre antivirus aggiornati».

Ieri è stato il «Data Privacy Day», giornata istituita dall'Ue nel 2006 e poi adottata in tutto il mondo per sensibilizzare gli utenti alla protezione delle proprie informazioni personali online e ai comportamenti corretti su internet.

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