Ricongiungimenti di stranieri, la Regione chiede di tagliare

L'Italia non applica le norme Ue sui requisiti minimi. E per questo ora i governatori vogliono rivedere tutto

Ricongiungimenti di stranieri, la Regione chiede di tagliare

Si riapre la discussione sul welfare per gli stranieri. Ed è la Regione a sollevare il tema, anzi sono le Regioni italiane, chiedendo al governo di stringere i cordoni della borsa, rispettando una norma europea che, per una volta, è più severa delle nostre in termini di accoglienza.

Mercoledì scorso, la Conferenza Stato-Regioni si è riunita per iniziare il percorso che potrebbe portare a un documento che chiede la revisione della legge sui ricongiungimenti famigliari. È l'assessore regionale Riccardo De Corato a darne notizia. «Durante la riunione - riferisce - è stato affrontato il problema di una legge sulla materia, datata 1998 che, ad oggi, sta incidendo fortemente sul welfare di molti Comuni italiani. È emerso che la nostra normativa mal interpreta la direttiva 2003/86 del Consiglio europeo relativa al diritto al ricongiungimento familiare, che all'articolo 7 dice che lo straniero per ricongiungersi deve avere risorse stabili e regolari sufficienti per mantenere se stesso e i suoi familiari senza ricorrere al sistema di assistenza sociale dello Stato membro interessato». «Gli Stati- però - valutano queste risorse rispetto alla loro natura e regolarità e possono tener conto della soglia minima delle retribuzioni e delle pensioni nazionali, nonché del numero di familiari».

La Germania non fissa una soglia ma la fa variare «a seconda dell'area geografica del paese». In Italia - secondo l'assessore - questo non accade, perché lo straniero per ricongiungersi deve avere un reddito minimo annuo che si calcola rapportato all'importo annuo dell'assegno sociale. «In poche parole - spiega - per ricongiungere un famigliare il reddito annuo richiesto deve essere di 8.975 euro lordi, e per ricongiungere 2 persone 11.967 euro lordi. È del tutto evidente che una famiglia composta da tre persone difficilmente potrà mantenersi con 11mila euro e quasi certamente ricorrerà ai servizi sociali per tutto».

Per De Corato, questi meccanismi si riverberano nelle città, quando si parla di case, mense o diritto allo studio. «Un sistema creato negli anni dai governi della sinistra succedutisi che di fatto ha penalizzato gli italiani» secondo l'assessore. Per Palazzo Lombardia, nel nostro paese dal 2007 al 2020 si sono ricongiunte 1.551.422 persone, 410mila nella sola Lombardia e 171.416 a Milano. «Numeri che ogni anno, costantemente, aumenteranno - prevede - grazie anche nuove norme di riconoscimento di status di rifugiato introdotte dal ministro Lamorgese. Non a caso gli accoglimenti di asilo o protezione umanitaria sono quasi raddoppiati: si è passati dal 24% di domande accolte nel 2020 al 44% nel 2021».

Entro fine mese, la Conferenza si riunirà per iniziare a lavorare su un documento redatto dall'assessore all'immigrazione del Friuli Venezia Giulia. «Bisogna applicare la normativa europea o copiare quella tedesca, avverte De Corato.

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