Rientri, tutti in coda per fare il tampone: "Possibili ritardi"

In tre giorni già chiesti 8 mila controlli. Da giovedì via i test ma solo a Malpensa

Rientri, tutti in coda per fare il tampone: "Possibili ritardi"

In ritardo di sei giorni sui tamponi obbligatori da fare in aeroporto, e dopo il caos rientri delle ultime ore, la Lombardia prova a mettersi al passo con un piano per le prossime settimane. Finora gli scali lombardi sono rimasti al palo, con zero test effettuati sui passeggeri provenienti da Spagna, Grecia, Croazia e Malta. L'obbligo è stato introdotto dal ministero della Salute il 13 agosto e gli screening sono già attivi, ad esempio, a Roma, Torino, Palermo, Venezia, Pescara. Mentre il Pd attacca: «Regione impreparata», il Pirellone ora annuncia che da giovedì a Malpensa saranno operativi tre gazebo per i tamponi a chi atterra. «Il percorso preferenziale per realizzare il tampone sottolinea comunque l'assessore al Welfare Giulio Gallera - rimane il contatto diretto con le Ats di riferimento». Cioè, segnalando il proprio rientro e prenotando il test da effettuare obbligatoriamente entro 48 ore.

Così Gallera: «La macchina sanitaria regionale, predisposta tempestivamente per effettuare i tamponi a chi arriva o rientra da Spagna, Grecia, Malta e Croazia è entrata in funzione e nei prossimi giorni sarà a pieno regime. Da domani (oggi, ndr) il sistema potrà sostenere almeno 6mila tamponi aggiuntivi al giorno rispetto alla media di quelli realizzati in questo periodo (circa 7mila) e verranno ulteriormente incrementati». A partire dall'ordinanza ministeriale, continua l'assessore regionale, «tutte le Ats si sono attivate attraverso sistemi di segnalazione online o telefonica, oppure con l'accesso diretto in alcuni presidi come ad esempio accade a Seriate nella Bergamasca. Da allora sono stati eseguiti 7.500 tamponi e altrettanti sono stati prenotati e verranno realizzati nelle prossime ore». Per quanto riguarda le postazioni negli scali, «la Sea ha messo a disposizione uno spazio sufficiente per allestire tre gazebo all'aeroporto di Malpensa, che funzioneranno da giovedì prossimo 8 ore al giorno grazie agli operatori sanitari dell'Ats Insubria, delle Asst Sette Laghi e Valle Olona, oltre ai volontari della Protezione civile».

A Linate invece, spiega la Regione, «gli spazi esistenti non consentono allestimenti analoghi». Anche per quanto motivo, aggiunge Gallera, resta preferibile rivolgersi alle Ats, «attraverso le quali si può compilare comodamente un modulo di segnalazione o prenotare telefonicamente l'effettuazione del test indicando la data di arrivo in Italia. In poche ore viene processata la richiesta e fissato l'appuntamento nel presidio più vicino a casa, anche con la formula del Drive Trough (una sorta di drive in in cui alcuni ospedali fanno i tamponi, ndr). In attesa del tampone, si richiede il rispetto delle norme igienico sanitarie principali, ma non è previsto alcun isolamento». Nei giorni scorsi la Ats Milano Città metropolitana ha faticato a smaltire tutte le richieste e si sono creati ritardi e lunghe liste d'attesa nell'esecuzione dei test sui turisti rientrati e nell'arrivo dell'esito. Ieri l'ente ha spiegato che «l'ordinanza è attiva dal 13 agosto e Ats Milano si è quindi trovata a gestire improvvisamente migliaia di rientri ogni giorno: soltanto tra il 14 e il 16 agosto l'Agenzia ha ricevuto 8mila richieste. È chiaro, quindi, che possono verificarsi ritardi nella prenotazione e nell'effettuazione di tamponi».

I numeri dei nuovi contagi sono in calo, ma anche quelli dei tamponi effettuati. Ieri la Regione ha comunicato 43 persone positive in più (il giorno prima erano state 61), scovate però con soli 4.174 test. Nel periodo precedente a Ferragosto se ne facevano oltre 7mila al giorno. Dei nuovi casi, sei sono «debolmente positivi» e uno è stato trovato con il test sierologico. Non ci sono stati decessi, due giorni fa erano stati tre.

Nel Milanese sono stati registrati 10 nuovi contagi, di cui tre in città. Significativo il caso della provincia di Como, dove dei dieci casi delle ultime ore ben nove sono «riferiti a giovani di età compresa tra i 18 e i 21 anni, alcuni dei quali rientrati dalla Croazia».

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