Le riforme di Aler e sanità banco di prova per Forza Italia

Le riforme di Aler e sanità banco di prova per Forza Italia

Un primo faccia a faccia alla ricerca di un chiarimento sul futuro più che mai incerto del Pdl? È possibile già oggi, alla riunione del gruppo del Popolo della libertà in calendario al Pirellone. È la prima occasione ufficiale dopo l'archiviazione del Pdl decisa dal presidente Silvio Berlusconi, ormai convinto che il futuro si chiami solo Forza Italia e che ciò che rimane del vecchio partito sia da azzerare. Il gruppo esiste ancora, non ha ancora cambiato nome e oggi tornerà a riunirsi in questa situazione fluida e in via di definizione. A Palazzo Marino il gruppo è già tornato all'antico Forza Italia. Si tratta di vedere che cosa ne pensino i consiglieri regionali, se confermeranno l'intenzione di prendere tempo fino al consiglio nazionale dell'8 dicembre.
I diciannove eletti sotto il simbolo «Pdl Berlusconi presidente» oggi si ritroveranno per parlare dei temi di governo della Regione di più scottante attualità. E cioè Aler e Sanità. Nonostante le posizioni tra le due anime del partito si siano avvicinate, le questioni vanno ancora discusse. Se il tema della riforma Aler va definitivamente archiviato entro Natale, per quella della Sanità c'è più tempo: è previsto che arrivi a compimento a primavera.
Temi così caldi riflettono le diverse posizioni che adesso si confrontano nel Pdl. Ma molto lascia pensare che si andrà ancora oltre e che alla riunione del gruppo si parli anche dell'azzeramento delle cariche nel Pdl. L'addio al vecchio partito chiesto da Silvio Berlusconi a cui però non tutti, anche in Lombardia, guardano con uguale gioia.
Mario Mantovani, vicepresidente della Regione e coordinatore regionale autosospesosi, caldeggia la posizione dell'ex premier: si ritorni seduta stante a Forza Italia e sia Berlusconi a decidere sui nuovi incarichi. Altri, dal presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo al coordinatore cittadino Giulio Gallera, anche lui in una fase di incertezza sull'incarico, chiedono di rimandare tutte le questioni all'8 dicembre, quando è previsto il consiglio nazionale del Pdl. E insomma, l'intenzione è quella di ricondurre il dibattito all'interno di logiche di partito che a Berlusconi e ai suoi fedelissimi ormai sembrano andare strette. Oggi alla riunione del gruppo la prima traduzione in lombardo di ciò che accade a Roma.
A complicare lo scenario, ci sono anche le acque agitate all'interno della Lega. Umberto Bossi ha riproposto la propria candidatura alla segreteria del Carroccio e, al di là di ciò che poi davvero accadrà, questo movimentismo dell'ex leader non può non preoccupare chi lo vedrebbe meglio nel ruolo di padre fondatore senza un ruolo politico attivo.
Non solo. I movimenti all'interno del Pdl condizionano i rapporti all'interno della maggioranza centrodestra-Lega che regge Palazzo Lombardia. Il presidente della Regione, Roberto Maroni, mostra massima equidistanza. «Siamo interessati a quanto succede ma non interferiamo.

Vediamo cosa succede, ho qualche idea in merito ma non spetta a me fare la mossa. Mi pare che ci sia una evoluzione molto rapida in corso, sto seguendo tutto, siamo pronti» ha detto un sibillino Maroni nei giorni scorsi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica