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Rimborsi gonfiati, consiglieri dai pm Alfano scommette: «Il Pd dopo il voto»

Mentre a Roma la Lega è alle prese con un nuovo scandalo sull'uso «allegro» dei fondi destinati ai senatori del Carroccio, a Milano prosegue l'inchiesta sui rimborsi facili ai consiglieri regionali. Da oggi comincerà la sfilata dei politici lombardi del Popolo delle libertà e dei lumbard che - stando alle accuse del procuratore aggiunto Alfredo Robledo - hanno utilizzato per fini tutt'altro che istituzionali il denaro destinato alle spese per la loro attività politica. Tanto per intendersi, il matrimonio di una figlia, le cartucce per il fucile, elettrodomestici e materiale tecnologico acquistato - guarda caso - sotto Natale.
Ma da oggi dovranno iniziare a preoccuparsi anche i consiglieri di minoranza del Pirellone. Quelli del Partito Democratico, dell'Italia dei Valori e di Sinistra e libertà, per i quali scade il termine concordato con la Procura per presentare le distinte di tutte gli acquisti fatti con i fondi pubblici. È uno snodo importante dell'indagine, che potrebbe concludersi entro la fine del mese, e portare a imbarazzanti avvisi di garanzia a ridosso delle prossime elezioni di febbraio. In Procura non intendono fare sconti né favori. Per questo, i magistrati e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria inizieranno subito l'analisi del materiale fornito dai consiglieri di minoranza, nel tentativo di completare il prima possibile il lavoro.

Ma dal segretario del Pdl Angelino Alfano arriva una stoccata al veleno. «In Regione Lombardia sono convinto che verranno indagati anche esponenti di sinistra, ma questo avverrà dopo le elezioni politiche. Sono pronto a scommettere un caffè su questo».

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