La rinascita dell'asilo Mariuccia

La storica istituzione ha 120 ospiti tra mamme e bimbi. Oggi è guidata da un generale dell'esercito in congedo

La rinascita dell'asilo Mariuccia

Quando Maria, detta Mariuccia, morì di difterite, la madre Ersilia Bronzini Majno diede vita a un'istituzione simbolo da oltre un secolo di aiuto per le donne e i bambini vittime di maltrattamenti. Oggi l'Asilo Mariuccia, che nei 112 anni di attività ha accolto oltre cinquemila donne, bambini e adolescenti, è tornato a splendere dopo essere stato affossato da una gestione che portò l'allora presidente Walter Izzo a essere accusato di truffa aggravata dai pm Tiziana Siciliano e Alfredo Robledo.

Dalla sede centrale in via Pacini, dove ci sono dieci appartamenti occupati da cinquanta bimbi e mamme sui 120 ospiti totali, l'ente socio assistenziale ha riorganizzato le proprie attività, la struttura e il patrimonio sotto la guida del generale in congedo dell'Esercito Camillo De Milato. È rimasto però salvo il retaggio di chi l'aveva fondato: «All'epoca gli enti assistenziali cattolici davano da mangiare ai bisognosi, mentre quelli socialisti insegnavano un lavoro». E questa seconda tradizione, accompagnata da una riorganizzazione ispirata al rigore militare, è stata sempre il tracciato principale dell'attività svolta dall'asilo Mariuccia. A Porto Val Travaglia, sul lago Maggiore, c'è il fiore all'occhiello della onlus: una comunità dove il 98 per cento dei giovani che vi crescono trovano lavoro. E per un motivo molto semplice: «Noi non insegniamo solo a lavorare – precisa De Milato, che è stato insignito anche dell'Ambrogino d'oro – ma a saper lavorare: la puntualità, il rispetto delle regole, l'educazione dei nostri ragazzi spingono le stesse attività della zona a cercarli».

E qualcuno riesce anche ad avviarsi agli studi universitari, come uno degli ex ospiti che ora frequenta con profitto il secondo anno all'Università dell'Insubria.

Ma la nuova punta di diamante sarà la struttura di via Jommelli, oggetto di un investimento di un milione di euro avviato quest'anno e testimonianza della ritrovata salute anche economica dell'ente. Un edificio che si andrà aggiungere, oltre alla sede storica di Lambrate, a quelle di via Loira, di via Gorizia a Sesto San Giovanni e di Porto Val Travaglia. Tutti immobili di proprietà dell'Asilo Mariuccia che attualmente ospita complessivamente 120 persone, di cui 32 mamme e gli altri minori, e impiega 53 persone più 8 consulenti e 8 volontari. E anche dalla provenienza degli ospiti si capisce come sia cambiata la società, ma non l'agire della onlus il cui presidente onorario è ancora un membro della famiglia Majno: il 70 per cento delle mamme sono straniere, mentre poco più della metà dei bambini è italiano.

Gli ospiti arrivano su segnalazione dei tribunali dei minorenni o dei servizi sociali e alle rette provvedono i comuni provenienza.

Le fonti di approvvigionamento dell'Asilo però sono molteplici, e non si parla solo di soldi: «Ci sono tante donazioni materiali che non vengono conteggiate – precisa De Milato. Anche il numero dei volontari «è basso perché è stata questa amministrazione ad avviarlo».

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