Rischio flop, il Pd apre e allunga le primarie

Sinistra alle urne per le primarie. Il partito vede il pericolo di un fallimento. Stavolta abbassa il voto a 16 anni e valuta l'anticipazione a venerdì

C'è già anche una data possibile: il 13 gennaio. E una petizione che va a caccia di firme per sostenere l'iniziativa, ovvero una nuova tornata di primarie. Questa volta per scegliere i candidati al Parlamento del Pd, dal momento che le liste bloccate della legge elettorale nazionale impediscono agli elettori di scegliere le persone che preferiscono. Se ne è parlato durante la direzione provinciale del Pd di lunedì scorso. Ma è uno sguardo proiettato in avanti.
Non è ancora chiaro quanti elettori di centrosinistra accorreranno alla terza chiamata alle urne in venti giorni, in calendario sabato 15 dicembre per scegliere il candidato presidente della Regione. Al primo turno delle primarie nazionali avevano votato 440mila persone, al ballottaggio la cifra era scesa a quota 398mila. E sabato prossimo? È in ballo la piena legittimazione del candidato Umberto Ambrosoli (sempre che sia lui ad aggiudicarsi la partita).
Gli organizzatori sono piuttosto preoccupati della possibile scarsa affluenza, prevista un po' per l'inflazione di tornate elettorali e un po' per le festività sempre più vicine. E sabato prossimo sarà proprio il penultimo week end prima del Natale. Anche per questo gli organizzatori pensano di cambiare la data già decisa e allungare i tempi per la consultazione. «Stiamo valutando l'ipotesi di aprire sei seggi anche il venerdì, dalle 18 alle 22, per chi non potrà votare sabato» spiega Roberto Rampi, organizzatore del comitato promotore delle Primarie del patto civico.
Per scegliere tra i tre candidati, Umberto Ambrosoli, Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano, le regole sono diverse da quelle delle primarie nazionali, soprattutto per l'età dei votanti. In Lombardia il voto sarà aperto ai sedicenni, mentre per scegliere Pierluigi Bersani come candidato premier hanno avuto la possibilità di esprimersi solo i maggiorenni. I seggi in cui sarà possibile votare sono 1033, circa i tre quarti del totale impiegato nella tornata di primarie destinate a scegliere il candidato premier.
Ma nonostante l'incertezza sulle primarie di sabato, si parla già di far scegliere ai seggi i futuri parlamentari. Se ne è discusso durante la direzione provinciale di lunedì scorso e la stragrande maggioranza del partito si è schierata a favore dell'ipotesi. Non sono mancate le perplessità. «Ma i tempi non sono stretti? Quando votare, tra Natale e Capodanno?». A questo punto saranno determinanti le indicazioni che arrivano dalla segreteria a livello nazionale. E sembra che il segretario Bersani sia favorevole alla consultazione popolare.
In ogni caso le primarie per i parlamentari sono già all'ordine del giorno della direzione provinciale di lunedì 17 dicembre e sarà difficile scontentare del tutto coloro che, all'interno del partito, si attendono «una qualche forma di consultazione» dei cittadini, anche solo con un passaggio ai gazebo.


Un vero e proprio fan delle primarie come Giuseppe Civati si è già attrezzato con una petizione per votare i parlamentari del Pd: si chiede di allestire i seggi per il 13 gennaio (o in alternativa il 12) e di stabilire l'ordine di presentazione in lista sulla base del numero dei consensi raccolti.

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