Francesco Belletti, lei guida il Forum delle associazioni familiari, ma ieri si sono iscritte nel registro delle unioni civili alcune coppie omosessuali esponenti delle «famiglie arcobaleno». Famiglie nuove?
«Credo che ci sia un problema sulla parola famiglia. Per noi la famiglia, che nella storia è un elemento sociale fondativo, si compie intorno a relazioni sociali caratterizzate da responsabilità, differenza sessuale, generatività».
Quali sono i problemi che vedete?
«Nel movimento omosessuale si rivendica un diritto al matrimonio e ora all'adozione, che rischiano di costruire un percorso ambiguo. Un conto è parlare della tutela dei diritti individuali ma questi registri simulano condizioni matrimoniali che alla fine provocano un danno anche per le persone coinvolte».
In che modo possono essere danneggiate?
«Parlo di danno perché la rivendicazione del matrimonio è diventata una battaglia ideologica, strumentale».
A proposito, ieri si è notata negli uffici del Comune, in occasione di queste «cerimonie», la presenza di bambini. Cosa ne pensa?
«I figli seguono spesso i genitori anche nelle manifestazioni pubbliche. Il rischio è di strumentalizzarli».
Passando dalle unioni alle adozioni per le coppie omosessuali, un argomento utilizzato spesso è: meglio con coppie gay che in istituto. Regge?
«C'è tutta una letteratura non abbastanza esplorata su questo. I bambini hanno bisogno di riconoscersi nella differenza sessuale dei genitori. Per questi bambini, altrimenti, il pericolo è di aggiungere un ulteriore difficoltà. Il bambino merita una coppia di qualità».
Una coppia eterosessuale?
«Se pensiamo al lavoro di verifica che viene fatto sui genitori, sappiamo che spesso sono scartate anche coppie forti e consolidate».
Voi siete stati molti critici con il registro. Lo siete ancor di più oggi?
«Il nostro allarme resta. Lo strumento è inutile ma le campagne che si costruiscono su questi atti mirano a condizionare l'opinione pubblica».
Cosa chiedereste al sindaco?
«Di rivedere il sistema tariffario prevedendo misure, e anche servizi, per le famiglie con figli. Un mondo che fa il suo lavoro nel silenzio della quotidianità, ma su cui si regge il Paese».
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