La storia dell'arte è fatta di storie di uomini, percorsi personalissimi e spesso insondabili ma che rappresentano l'hardware, la vera spina dorsale che dà senso all'opera. Una di queste storie, appena riscoperta, è quella che lega a doppio filo lo svizzero Luigi Pericle (1916-2001) ad un luogo sulle rive del Lago Maggiore intriso di vicende e significati che lo resero, nella prima metà del Novecento, epicentro di artisti, intelletuali ed esoteristi da tutto il mondo. Il luogo è quello che fu battezzato Monte Verità da un gruppo di antesignani del movimento hippie provenienti dalla Svizzera tedesca, smaniosi di fondare una comunità lontana dai dogmatismi borghesi e a totale contatto con la natura. Il monte è in realtà Monte Monescia, oasi verde del Canton Ticino a pochi minuti da Ascona. Proprio qui, in questo luogo magico dove a partire dagli anni Trenta accorsero seguaci della teosofia steineriana e dove nacquero gli incontri di Eranos di Carl Gustav Jung, proprio qui l'artista Pericle nativo di Basilea decise di stabilirsi con la moglie Orsolina. Della sua vita d'artista e illustratore, sostanzialmente schiva e condivisa con un cenacolo di intellettuali della «controcultura», si seppe poco fino a quando, nel dicembre del 1916, i coniugi Andrea e Greta Biasca Caroni acquistarono la villetta «Casa San Tomaso» che era stata la dimora di Pericle. La casa versava in stato di abbandono ma a colpire i nuovi proprietari fu soprattutto il suo contenuto, un immenso patrimonio di dipinti, disegni e documenti che testimoniavano un'attività di studi, ma anche una carriera pittorica che aveva portato Pericle ad esporre in Europa al fianco di mostri sacri come Picasso, Hodler, Van Gogh e Matisse. La riscoperta di un artista dimenticato, dallo stile astratto e carico di simboli, ma soprattutto la costituzione del suo primo Archivio, hanno risvegliato il grande interesse della critica avviando una serie di mostre. Dopo la prima antologica della scorsa primavera alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, il Canton Ticino si appresta a inaugurare due nuove esposizioni che gettano luce sull'avventura di un artista appassionato della natura, dell'astronomia e anche dell'astrologia. La prima avrà luogo il 19 settembre nell'ambito della fiera d'arte Wopart di Lugano e metterà in mostra una selezione di opere su carta dell'artista, una trentina di chine che sottolinea l'intensa attività grafica dell'artista. La seconda sarà inaugurata nell'autunno del 2021 nelle sale del MASI di Lugano, a cura del direttore del Lac Tobia Bezzola.
«Le sue carte esattamente come i suoi dipinti sono lo specchio di una forma di espressione intima e profonda affidata al gesto libero della mano, al tratto e al disegno come trasmettitori di energie vitali, mediatori di messaggi che collegano la vita individuale con un'armonia universale» sottolinea Greta Caroni che, dopo l'acquisto di Casa San Tomaso e la fondazione dell'Archivio Pericle, si occupa di valorizzare e promuovere la figura dell'artista anche attraverso la divulgazione dei suoi scritti e dei suoi studi sulla natura e sul cosmo. Refrattario alla mondanità, negli ultimi anni di vita si ritirò dalla vita sociale e, dopo la morte, finì nell'oblio.
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