Rispetto per l'islam ma il ramadan non è Sant'Ambrogio

Rispetto per l'islam ma il ramadan non è Sant'Ambrogio

Perché, con tutto il rispetto per altre culture e religioni, è davvero difficile pensare che la celebrazione dell'Eid al-Fitr, primo giorno successivo al ramadan mese sacro per l'Islam, abbia per Milano e per il suo sindaco lo stesso valore della festa di sant'Ambrogio. Così come in questi giorni avrebbero preteso alcuni rappresentanti delle comunità, inviperiti per la decisione di Giuliano Pisapia di prolungare le vacanze bigiando così l'appuntamento di questa mattina all'Arena civica, gentilmente concessa dall'amministrazione per preghiere e sermoni. Tra cui quello dello sceicco tunisino Abdel Fattah Mourou. «Senz'altro è una mancanza di rispetto - la reazione indispettita di Abdel Hamid Shaari, il presidente dell'Istituto culturale islamico di viale Jenner - Lo segneremo nella nostra memoria». Parole dal neppur troppo vago tono di minaccia. «Ma è andato ovunque - s'è indignato Shaari - ha incontrato tutti. Ma ora che tocca a noi niente? Siamo 100mila musulmani a Milano e chiediamo il giusto rispetto».
Ad essere soddisfatta è la Lega che assiste divertita al primo incidente diplomatico che non facilita certo il dialogo alla vigilia di un mese di settembre in cui a Palazzo Marino si riaprirà la trattativa per la grande moschea. «Pisapia salta il ramadan! Solo perché è in ferie - la stilettata del consigliere del Carroccio Alessandro Morelli - Così fa incazz... me perché ci sarebbe andato e loro perché li ritiene poco importanti. Si conferma un genio». Per l'ex vicesindaco Riccardo De Corato «il fatto che Shaari abbia alzato il tono e il contenuto delle pretese parlando, senza averne titolo, a nome degli islamici, è la diretta conseguenza della sciagurata politica di aperture senza contro partite da parte della giunta Pisapia-Guida, in cui la cattolicissima vicesindaco ha un ruolo di primo piano più di quanto lo abbia Pisapia nella politica di arrendevolezza verso il mondo islamico». E ricorda che il presidente del Centro islamico di viale Jenner «è stato espulso dall'Egitto, quando si recò al Cairo per visitare la madre ammalata, reimbarcato sul primo volo e rimandato a Malpensa».
Dal Comune, invece, in risposta alle bordate degli islamici solo parole concilianti e per oggi un dispiegamento di vicesindaco e assessori precettati per rimediare all'illustre assenza del primo cittadino. In particolare, recita un comunicato ufficiale, Cristina Tajani, quale sindaco d'agosto, parteciperà all'Arena civica alle iniziative organizzate dal Caim - Coordinamento associazioni islamiche di Milano. L'assessore all'Area metropolitana Daniela Benelli, invece, sarà al centro sportivo di via Cambini per le celebrazioni organizzate dalla Casa della cultura islamica. Dal vicesindaco Maria Grazia Guida un messaggio di fine ramadan per assicurare che Milano «è e deve essere sempre di più città amica». Riconoscendo in questa celebrazione «un'opportunità per condividere insieme valori importanti e significativi per tutti, credenti e non credenti, cittadini del mondo intero e in particolare di questa città che con voi oggi vuole consolidare un dialogo profondo e sincero».

Considerazione arrivate all'indomani dell'esortazione tradotta anche in arabo e inviata dal cardinale Angelo Scola ai responsabili delle comunità islamiche in cui l'arcivescovo ha chiesto di «smascherare chi, strumentalizzando la fede, spinge i giovani all'odio e alla violenza verbale, morale e fisica».

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