Una lettera di una trentina di righe, scritta in stampatello, dalla cella. Così Fabio Rizzi, ex braccio destro del presidente lombardo Roberto Maroni e arrestato per lo scandalo delle tangenti sulle dentiere, dice definitivamente addio alla politica. Ieri il consigliere regionale, regista principale del testo della riforma sanitaria, ha inviato al presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo la propria richiesta di dimissioni. Non lo aveva ancora fatto in tutte queste settimane. Ma ora sembra rassegnato e, annunciando la sua volontà di patteggiare davanti ai giudici, mette per iscritto anche l'inizio della sua «terza vita»: «Si tratta di una precisa scelta di rinunciare alla difesa - scrive dalla casa circondariale di Monza - per chiudere rapidamente la questione e riproiettarmi verso una terza fase della vita, ovviamente lontana dalla politica, che del resto già da tempo stavo intraprendendo. Da qui la mia decisione, per fugare ogni dubbio, di rassegnare le dimissioni anticipatamente ad ogni sentenza giudiziaria, nell'assoluta presa d'atto che dibattimento e processo, con relativa condanna, sono già stati consumati mediaticamente ben prima che in tribunale, vanificando di fatto ogni tentativo di difesa».
Al di là di quello che possono aver scritto i giornali sulla truffa di Rizzi e di Paola Canegrati - la lady dentiera che ha speculato sulle protesi degli anziani - le intercettazioni inchiodano senza tanti complimenti tutti i complici del giro di mazzette e appalti truccati.
La scelta di patteggiare, scrive Rizzi nelle ultime righe del testo, prima di congedarsi definitivamente dalla Regione, nasce anche da una riflessione: «Non posso permettermi di interrompere ulteriormente una vita già sufficientemente disintegrata nell'attesa di un giudizio, motivo per cui ho deciso di chiudere la vicenda e ripartire». Il suo è un punto e a capo. Starà ora al Consiglio regionale, come atto formale, approvare le dimissioni dell'ex collega. L'addio alla politica, inviato al Consiglio e alla Procura dal direttore del carcere Maria Pitaniello, arriva in contemporanea alla nomina della squadra dell'Arac, la squadra anti corruzione che Maroni ha voluto dopo il tradimento del «suo uomo». E tra i membri che dovranno vigilare su appalti, forniture, bandi e giri di solidi, ci sarà anche Giovanna Ceribelli, la «pasionaria» della legalità che con la sua denuncia ha fatto arrestare Rizzi e company. E che ora avrà un ruolo nel team. Gli altri nomi dell'authority lombarda verranno comunicati entro la fine della settimana e Maroni sta lavorando agli ultimi aggiustamenti.
«C'è bisogno di qualche giorno in più, perché le candidature sono tutte eccellenti, voglio valutare l'intenzione di fare un lavoro di squadra. Non ci devono essere individualità ed eccessi di personalismi. Perché è una cosa importante e delicata. Voglio che l'Arac sia indipendente».MaS
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.