Rubati dalla cassa 73mila euro in sette anni Vendevano accessori sportivi senza scontrino


I ladruncoli si erano messi all'opera ancora nel 2007 rubacchiando sistematicamente decine di euro al giorno, certi che nessuno si sarebbe accorto dell'esiguo ammanco. Gestita dall'Agesp, società interamente controllata dal Comune, la Manara ha infatti un consistente volume d'affari. Ha tre vasche, acquascivoli, solarium, area giochi per bambini, campi da beach volley-soccer, centro fitness, negozi e bar. La struttura dà complessivamente lavoro a una settantina di persone tra cui appunto i sei arrestati, tre ragazze e tre ragazzi, tra i 30 e i 35 anni.
Il loro trucchetto era semplice, quando erano alla cassa, del bar, dell'ingresso e del negozio di articoli sportivi, pasticciavano con gli scontrini, battendo un importo inferiore oppure omettendo «elegantemente» di consegnarlo al cliente. Una pratica che consentiva loro di incassare mediamente dai 150 ai 200 euro al giorno.
Nelle scorse settimane un cliente si è però accorto degli strani maneggi e si è rivolto ai carabinieri. Il comandante della compagnia di Busto Arsizio Antonino Spinnato si è messo in contatto con l'Agesp. La direzione non ha avuto problemi a spalancare le porte agli investigatori che hanno piazzato cimici e telecamere nei pressi delle casse e in un paio di settimane sono state messe a fuoco le responsabilità dei sei. E ieri all'alba sono scattate le manette. I carabinieri sono andati a trovare i primi cinque nelle rispettive abitazioni, tra Busto e comuni della cintura urbana, il sesto direttamente alla piscina dove stava iniziando il turno. A detta di uno degli investigatori, i più turbati sono sembrati i maschi, mentre le ragazze hanno avuto reazioni piuttosto fredde.

I carabinieri hanno anche recuperato la «cassa comune» celata all'interno in uno degli armadietti assegnati ai ragazzi. All'interno quel che restava del bottino: un migliaio di euro circa, sui circa 73mila rubati. Poiché la piscina è pubblica, per tutti l'accusa è di peculato.
ES

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