Rugby under 16: per le ragazze fine dell'apartheid

Rugby under 16: per le ragazze fine dell'apartheid

É finita l'epoca della depressione da compleanno per le giovani rugbiste: che allo scadere della dodicesima candelina -come Cenerentola al battere della mezzanotte - si vedevano bruscamente costrette ad abbandonare il gran ballo della palla ovale. Eh sì, perché fino alla categoria «under 12» le femmine giocano insieme ai maschietti, di cui spesso si mostrano ben più toste: ma, per gli inevitabili problemi legati all'incombere dell'adolescenza, i regolamenti federali stabiliscono che a partire dalla «under 14» le strade dei due sessi si separino.
Conseguenza concreta, fino a ieri: i maschi andavano avanti a giocare, le femmine abbandonavano tra lacrime e rimpianti, essendo in troppo poche per dare vita ad un campionato autonomo.
Ma un po' alla volta la schiera delle ragazze costrette dall'età ad archiviare tacchetti e paradenti si ingrossava. E insieme cresceva la voglia di non abbandonare il verde e (soprattutto) il fango dei campi. Così qua e là hanno iniziato a nascere agglomerati di fanciulle desiderose di andare avanti. Alcuni sono diventati squadre a tutti gli effetti. E da quest'anno, finalmente, le quattordicenni e le quindicenni del rugby - età in cui la più parte delle fanciulle si divide tra la tv e i primi amori - potranno continuare a combattere in un campionato.
Domenica prossima a Bellusco, sotto la guida del tecnico federale Massimo Giuliani, si ritroveranno tutte le rugbiste under 16 della Lombardia, per un allenamento collettivo in vista del campionato che sta per iniziare. Quattro le squadre lombarde già pronte a schierare tallonatrici e trequartesse: il Monza, il Martesana, il Parabiago e il Mantova; la vincitrice del girone regionale andrà a primavera a misurarsi nelle finali nazionali. Anche per le sorelle più piccole, quelle della «under 14», è arrivata la possibilità di continuare a giocare, anche se un vero e proprio campionato per adesso non c'è: ma l'importante è non perdere la pratica del placcaggio.

Perché poi, una volta diventate maggiorenni, si entra nel mondo del rugby femminile adulto: che è una realtà da anni, con tanto di nazionale e di Coppa del mondo.
«Un gioco da bestie giocato da gentiluomini», viene definito il rugby in un vecchio e abusato adagio. L'autore non aveva visto cosa sono capaci di fare quindici gentildonne.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica